Questa volta la Fontana di Trevi non è stata tirata in ballo, ma gli ingredienti di una Totò truffa ci sono tutti. Dalla palazzina di lusso a pochi passi da Villa Borghese, nel centro di Roma, al finto giardiniere che accoglie gli ignari acquirenti fino alla documentazione necessaria alla compravendita. Solo che questo non era un film. Il raggiro alla Totò ha come ambientazione la capitale e come protagonisti e acquirenti una ricca famiglia di imprenditori avellinesi che pensavano di aver fatto laffare del secolo aggiudicandosi per 4,5 milioni di euro una palazzina dei primi del 900 a due passi da Villa Borghese. La famiglia è invece caduta nella rete di quattro esperti truffatori, arrestati dalla polizia, che hanno venduto la villetta di tre piani pur non essendone i proprietari. Loperazione, pianificata in ogni minimo dettaglio dal gruppo di truffatori, non lasciava nulla al caso.
Le indagini del commissariato Castro Pretorio hanno portato allarresto di Gian Vittorio Pellegrini, 40 anni, che secondo gli inquirenti era la mente del raggiro. In manette anche Andrea Spano, 43 anni, agente immobiliare, la sorella Marina di 49 e Angelo Atzori, 68 anni, noto esponente del Movimento per lautonomia sarda. Gli investigatori, coordinati da pm Mario Dovinola della Procura di Roma, oltre al sequestro dellimmobile hanno recuperato circa 800 mila euro in assegni circolari finiti in parte su un conto di un istituto di credito di Spalato in Croazia. Limmobile, di proprietà della famiglia Guarnieri, titolare a Roma di numerose strutture sanitarie, era inutilizzato da più di un anno e mezzo.
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