Palazzo Marino come piazza Affari, il borsino degli assessori sale e scende alla velocità della luce. Fino a ieri incontri e contatti telefonici tra Giuliano Pisapia e i vertici di Pd, Sel e le liste civiche non sono bastati a definire la futura giunta. Una schiarita sul caso di Stefano Boeri, il capolista del Pd che ha recuperato la sconfitta alle primarie con un record di 12mila preferenze. Il partito ha spinto ancora per lincarico da vicesindaco, ma il braccio di ferro dovrebbe chiudersi con le deleghe pesanti alla Cultura e ad Expo in capo allarchistar. Per il ruolo di vice, Pisapia insiste su una donna. E torna in quota Barbara Pollastrini che potrebbe rinunciare alla poltrona del Pd in Senato. É stata tra le prime ad arrivare allElfo il giorno della vittoria, accompagnata dal marito Pietro Modiano, ex numero due di Unicredit e dal primo giugno presidente di Nomisma, il laboratorio di studi economici legato a Romano Prodi. Da ex ministro alle Pari opportunità la Pollastrini si dichiarò a favore di testamento biologico e registro delle coppie di fatto, aprendo il duello laici-cattolici con Rosy Bindi. Battaglie care ai radicali, che potrebbero trovare in lei una sponda (anche) per guadagnare un posto in giunta per il capolista Marco Cappato. Per la poltrona in consiglio ha dovuto aspettare ballottaggio e premio di maggioranza. Ora laula è assicurata, ma anche la seconda porta rimane aperta. E Cappato fa presente che Pisapia «è diventato sindaco anche perché ha dimostrato un grado di libertà dalle logiche di partito, è la ragione per cui gli abbiamo offerto il sostegno senza chiedere nulla in cambio e senza partecipare ad accordi di coalizione». Pisapia ha premesso che non distribuirà le deleghe seguendo il manuale Cencelli. La giunta fatta col bilancino dei voti darebbe 6 assessorati al Pd, 3 spartiti tra Sel, radicali e liste civiche, il sindaco sceglierebbe direttamente 3 tecnici. Lui ha messo in chiaro che ascolterà i partiti, poi farà da solo le scelte finali. Certo, le trattative in queste ore sono serrate: si capirà nei prossimi giorni se le parole del neo sindaco saranno confermate anche dai fatti. Fiducioso il verde Enrico Fedrighini, che si è messo in luce anche con i referendum sullambiente. Ha avuto un buon risultato personale alle urne ma non sufficiente a conquistare il posto in consiglio, ha «piena fiducia in Pisapia, spero che «più dei voti conti il lavoro di 5 anni in aula, se la questione ambientale è diventata centrale a Milano parte del merito è mia».
Sembra tramontato invece larrivo di Francesca Balzani: la deputata Ue avrebbe lasciato il seggio a Franco Bonanini, che è inquisito e avrebbe così goduto dellimmunità. Le polemiche erano già nellaria. Anche Maria Grazia Guida, direttrice della Casa della carità, esce dalla rosa per il ruolo di vicesindaco. Potrebbe aprirsi il match con Basilio Rizzo per la presidenza del consiglio o accontentarsi di una commissione di peso.
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