Roma - «Andiamo a Milano non per rovinare la festa all’Inter, ma dimostrare che ci si può misurare anche con squadre importanti come quella di Mancini». Se i tifosi della Roma sperano di far riporre ai nerazzurri le bandiere ancora per qualche giorno e capitan Totti non è intenzionato a «partecipare da ospite ai festeggiamenti», Luciano Spalletti non vuole essere «contro». «Non è tanto il gusto di togliere qualcosa agli altri, ma il fatto di riuscire a essere più bravi noi - sottolinea -. E soprattutto avere un’idea ben quadrata dei nostri doveri».
Che la Roma non ha assolto fino in fondo, visti i sedici punti di ritardo e quelli persi per strada contro squadre di bassa classifica. «L’Inter è il top, noi siamo solo una buona squadra - dice laconicamente Spalletti -. Probabilmente il risultato finale non sarebbe cambiato, ma potevamo fare qualcosa di più sotto il profilo dei risultati».
L’Inter lo ha fatto, anche se ci sono altri elementi di demarcazione tra i nerazzurri e il resto della serie A, a cominciare dalla Roma che ha sempre inseguito pur essendo l’unica riconosciuta avversaria della squadra di Mancini. Ad esempio una disponibilità economica maggiore degli altri. «Quella fa molta differenza, soprattutto se c’è un distacco così evidente. Il mio ruolo mi impone di non prenderla come scusante, ma è vero che i soldi fanno la differenza, in tutte le situazioni. Non c’è un furbo se non c’è un bischero. E quando i furbi sono due, conta quello che si ha a disposizione per spendere. Loro sono grandi per le potenzialità di cui dispongono e che hanno sfruttato benissimo».
Detto ciò, Luciano Spalletti - che ieri è stato intervistato anche dal giornale arabo Almaghrebiya (come riferisce il sito www.romanews.eu) - riconosce i meriti dei nerazzurri. «Oltre ai punti fatti, che già dicono molto, bisogna tenere presente che non hanno mai perso in 31 gare. Questo significa che, oltre alla grande rosa, hanno mentalità e forza collettiva. Tante piccole considerazioni che ci hanno portato a credere che non ce l’avremmo fatta a riprenderli». Inutile ripensare a cosa poteva succedere se l’incontro fosse stato giocato il 4 febbraio (poi ci fu lo stop per la tragedia di Catania): «Sarebbe stato diverso perché i punti di ritardo da loro erano più limitati (11, ndr.). Ma in quel momento è stata fatta la cosa giusta».
Meglio allora pensare a un secondo posto da consolidare e a Totti che vivrà la sfida diretta con Ibrahimovic per il primato tra i bomber. I bookmakers stranieri, secondo Agipronews, danno il romanista favorito (1.30) sullo svedese (25), superato anche da Toni, Lucarelli e Bianchi. E dopo la doppietta alla Samp, è quotata a 20 anche l’eventualità di un suo «cucchiaio» a Julio Cesar.
A proposito di doppiette, nelle ultime due visite in campionato a San Siro Totti ne ha segnate una sia all’Inter che al Milan. Ma con un gol supererà il suo record personale di 20 reti. «Ha fatto un grandissimo torneo, per la prima volta ha interpretato un ruolo diverso, adattandosi alle varie situazioni di gioco e facendo tanti gol.
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