Riscone di BrunicoLa 'nuova sfida' del capitano. Alle pendici di Plan de Corones, nel cuore di una Val Pusteria colorata di giallorosso, Totti invia messaggi e regala ottimismo. Fuori dalla gremita sala stampa, i tifosi lo adorano come una divinità: «Quanto sei bello Checco...». Un gruppo di ragazze si spinge oltre: «Santo subito o almeno Sindaco...».
E pensare che Nicola Irti, legale di Fioranelli (che sta cercando di acquistare il club) lo aveva definito 'il male della Roma'. «Mi dispiace che un professionista del genere abbia detto cose così pesanti, ma sono contento della solidarietà ricevuta. Fortunatamente posso dire che io sono... astemio». Frecciatine miscelate ad una sana ironia. «Meno male che ad esprimere certi giudizi - precisa Totti - non sia stato Fioranelli, che di me ha solo parlato bene. Se sarà lui il nuovo patron della Roma? Quello che so è che Rosella è il nostro presidente e lo rimarrà in futuro: me lo ha assicurato prima di partire. Sono fiero di un presidente così. Abbiamo un bellissimo rapporto e mi sono permesso di suggerirle cosa fare in certe situazioni. Dallesterno sembra che lei non voglia vendere la Roma, la realtà è che non cé nessuno che abbia fatto unofferta reale». Poi, lammissione. «Ci ha detto che se arrivasse unofferta importante, per il bene della Roma e della città, venderebbe». Chiarezza e gratitudine. In attesa della firma sul contratto. «Appena rientrerò dal ritiro, firmerò il prolungamento fino al 2014. Forse per qualcuno sfortunatamente... Poi, se non dovessi più sentirmi il Totti di ora, getterei subito la spugna. Sono rimasto lunico ad aver vestito una sola maglia, sono orgoglioso della mia scelta. Se avessi voluto avrei cambiato aria 3-4 anni fa».
Un annuncio in grande stile. Messo in vetrina alla vigilia di unannata che dovrà essere quella della 'rinascita'. «Stiamo preparando la stagione del riscatto. Non so se arriveranno giocatori nuovi o se partiranno dei 'big', ma voleremo in alta quota. La Roma di due anni fa era molto competitiva. Questa è una squadra simile e potrà lottare per lo scudetto». Magari rimpinguando un attacco che, a detta di Spalletti, è alla ricerca di un bomber di razza. «Più campioni ci sono e meglio è. Con chi mi piacerebbe giocare? Una punta di peso ci sarebbe - ironizza - ed è Ronaldo. Scherzi a parte, per me resta il più forte di tutti. A noi, però, potrebbe servire uno alla Pazzini. Cruz e Shevchenko? Mi piacciono, farebbero bene anche a Roma».
Prove tecniche di metamorfosi. La Roma vuole cambiare pelle. Un po alla volta, senza stravolgere assetti e schemi. «Partiremo come lo scorso anno - spiega il capitano - e poi Spalletti valuterà la disposizione da adottare. Guberti? Credo possa ripetersi. Non dimenticate che tra un po torna Aquilani: ha voglia di riscatto. Peccato per laddio di Montella, è stato un momento commovente. Panucci purtroppo era in scadenza. Non lo dimenticherò». Linput è chiaro: ripartire lancia in resta. «Lanno scorso è stato negativo, è venuta meno la personalità». Ma le sfide di Totti non finiscono qui, arriva lennesimo messaggio. Questa volta dalle tonalità azzurre. Domanda scontata: tra un anno cé il mondiale, se il ct dovesse chiamarti? «Ci parlerò e valuteremo. Lippi mi ha dato tanto, come calciatore e come uomo. Dipende da come starò, non escludo nulla...».
Tutto fila liscio, dunque. Come in un film autografato dalla regia di Spalletti. «Sono contento sia rimasto. Abbiamo un rapporto ottimale e spero di chiudere la carriera con lui in panchina. Ha pensato di andarsene: mi ha confidato che voleva cambiare, che aveva altri obiettivi. Poi è rimasto, questa è la cosa importante. Se ha gli stessi stimoli? Ne sono certo. Altra domanda?».
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