Totti si fa perdonare con un gol ma ci ricasca con il «vaffa»

Il capitano decide, poi l’ironia con i cronisti diventa subito un caso. Gussoni: «A Udine una pagina nera»

Totti si fa perdonare con un gol ma ci ricasca con il «vaffa»

da Roma

«No Totti, no party», recita uno striscione della curva Sud. La rabbia accumulata dopo il triplice «vaffa» a Rizzoli e la coda inevitabile di polemiche si trasforma in divertimento, del capitano e del pubblico romanista. Stavolta niente labiali da interpretare, ma solo un pieno di ironia quando, uscendo dall’Olimpico, fa finta di scomodare il «vaffa» davanti ai cronisti. «Cosa rispondi a Mancini?», il primo affondo che resta senza risposta. «Dì qualcosa...», il secondo assalto per far entrare in scena un argomento qualsiasi pur di strappare una battuta al capitano. E qui Totti mima sorridendo un «vaffa». Rivolto al tecnico dell’Inter? L’etere romano impazzisce in cerca di conferme, il tam tam arriva alle orecchie del numero dieci della Roma costretto a smentire per puntualizzare che il destinatario del «vaffa» ironico non era l’allenatore nerazzurro.
In campo Totti regala magie e una mira precisa che «uccella» Polito 37 secondi dopo l’inizio della ripresa («bravo, ma non esistono più i portieri di una volta», commenta il tecnico dei siciliani Zenga) e che decide il primo round di coppa Italia con il coriaceo Catania. In un Olimpico deserto, Totti mostra una gran voglia di giocare, di correre e di far vincere la squadra. La risposta sul campo alla lunga lista di interventi sulla sua mancata espulsione. Ultimo in ordine di tempo, quello del presidente dell’Aia Gussoni: «Su Totti è stata fatta un’eccezione alla regola che vedremo quali conseguenze provocherà. Comunque ha rappresentato una pagina nera che, da ex arbitro, da ex designatore e da uomo mi ha amareggiato».
«Francesco risponde tutti i giorni per quello che fa fuori dal campo – la difesa d’ufficio di Rosella Sensi –, non credo sia giusto e opportuno che altri commentino episodi che non dovrebbero riguardarli. Totti ha chiesto scusa all’arbitro, il resto non conta». Conta infatti quel gol, il diciottesimo stagionale per il capitano della Roma, che segna una sfida senza grandissime emozioni. «Al ritorno in Sicilia (dove mancheranno Mexes e Tedesco, diffidati e ammoniti, ndr) ci sarà da soffrire, la finale è ancora tutta da conquistare – sottolinea Spalletti -. Nel primo tempo eravamo troppo lenti e prevedibili, poi si è alzato il ritmo ed è arrivato il successo. E Francesco ci ha messo del suo». Capitolo americani, ieri il titolo è salito del 10 per cento.

«Se è per questo parlo anche lo spagnolo – dice sorridendo Rosella Sensi -. Scherzi a parte, mi attengo ai comunicati (che parlavano di trattativa e non di offerta, ndr). E non è vero che Galliani mi dà consigli al club, con lui c’è una bella amicizia e collaborazione».

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