Marcello Di Dio
nostro inviato a Napoli
La nazionale è a Napoli, non molto distante da Trigoria. Ma per Francesco Totti è ormai lontanissima. «Il mio appuntamento con l’azzurro è rimandato al 2007, il che può voler dire l’inizio o la fine», il messaggio del capitano della Roma. Un rapporto, quello fra Totti e l’Italia, che dopo una leggera riapertura post mondiale, potrebbe essere anche concluso definitivamente. A 30 anni, Totti è ancora voglioso di vincere, ma vuole farlo soprattutto con la Roma e a questa dedicherà la maggior parte delle sue energie. Eloquente una frase di ieri: «La festa per gli azzurri al Circo Massimo? Mi sono emozionato di più per quella dello scudetto della Roma». Dunque, la nazionale non è il primo dei pensieri. «Per il momento sto bene così, mi prenderò una pausa di riflessione un po’ più lunga. A Donadoni l’ho già detto chiaramente a Milano la settimana scorsa. Il ct ha rispettato la decisione, ora voglio solo staccare la spina con l’azzurro».
Qualcuno gli chiede se è ancora amareggiato per le critiche ricevute in Germania. «Diciamo che sono rimasto ferito dal fatto che in molti non hanno capito il miracolo che avevo fatto per essere in campo al mondiale. Ho dato molto a questa maglia e ora voglio tornare a indossarla quando sarò nelle migliori condizioni se le porte saranno ancora aperte. Per il momento devo pensare a gestirmi al meglio con tante partite programmate in questa stagione. Voglio dare il mio contributo alla Roma che dovrà affrontare tre competizioni». I maligni sostengono invece che il suo «no» sia legato al ritorno del suo ex amico Antonio Cassano. «Chi pensa che la mia scelta sia legata a lui, si sbaglia di grosso – sottolinea -. Io sono sempre andato avanti a testa alta e continuerò a farlo. Questa non è la nazionale dei singoli e lo abbiamo dimostrato nel mondiale. Se lo dovessi incontrare in azzurro, sarebbe solo uno del gruppo».
Totti parla anche di Calciopoli e delle sentenze. «Mi dispiace che alla fine abbia pagato solo la Juve perché da quanto si è sentito non c’erano solo i bianconeri. Certe cose io le avevo dette prima che scoppiasse tutto questo casino e mi avevano dato del pazzo. Ma non chiederò indietro i soldi nelle multe, altrimenti diranno che sono tirchio... Rispetto le sentenze, io faccio il calciatore».
E sulle ambizioni della Roma dice: «La società si è mossa bene: sono arrivati buoni calciatori, è una squadra competitiva, da non sottovalutare. D’ora in poi preferirei fare la prima punta e non più il trequartista. Meno stress senza la Juve? Non credo.
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