Totti sul Manchester: "E' più importante della finale mondiale"

Stasera all'Old Trafford il ritorno di Champions. Il capitano giallorosso: "Parlo da tifoso romanista; anche a Lione ci davano per spacciati... invece". Scontri all'Olimpico: indaga il pm

Totti sul Manchester: "E' più importante della finale mondiale"

Manchester - L’Inghilterra è stata spesso avara di soddisfazioni per lui e per la Roma. La storia della Champions league parla addirittura di un «rosso» contestato per una gomitata a Keown sul campo dell’Arsenal. Ma anche di una prova opaca a Liverpool dove la Roma di Capello perse la possibilità di centrare i quarti. Ecco che per Francesco Totti quello di Manchester è più che un semplice quarto di finale. «Da tifoso romanista è più importante questa partita della finale mondiale di Berlino», dice il capitano giallorosso. Che sogna, come i quattromila supporters che oggi invaderanno Manchester, di proseguire il cammino europeo. «Anche del Lione dicevano che era favorita rispetto a noi, sappiamo com’è andata – continua Francesco -. Se elimineremo pure il Manchester, cominceremo a pensare ad Atene... Ma è meglio fare un passo alla volta».

Più che con gli inglesi, in questi ultimi giorni Totti ha però dovuto fare i conti con un dolore al nervo sciatico. Si è risparmiato l’ultima partita di campionato con il Catania e ieri, nella rifinitura all’Old Trafford, non ha forzato più di tanto. La voglia di giocare è tanta, come la voglia di rispondere ai suoi critici. «Sappiamo di affrontare una grande squadra, ma l’abbiamo battuta già all’andata, se siamo arrivati fino a questo punto vuol dire che ce lo siamo meritati. Adesso dobbiamo aggiungere un pezzo di storia...». E Totti vuole farlo di fronte a quello che anche il suo compagno di squadra Mancini candida come il grande favorito per il Pallone d’Oro, Cristiano Ronaldo, ancora a secco di reti in ventisei partite di Champions. «È un giocatore che fa la differenza, è giovane, sa fare tutto, speriamo che stavolta sbagli qualcosa», dice di lui Totti.

Analizzando alcune statistiche, la Roma può avere ambizioni di impresa. L’ultima squadra a battere il Manchester in casa per 2-1 e poi a uscire indenne (1-1) dall’Old Trafford e quindi passare il turno fu il Porto di Mourinho nel 2004. E nel recente passato, i Red Devils sono stati eliminati nelle cinque occasioni in cui giocavano il secondo round reduci da una sconfitta. Spalletti, però, da uomo concreto non guarda i numeri. Si dice «più preoccupato per Totti che per l’ambiente molto caldo dell’Old Trafford, se vogliamo essere una grande squadra, non dovrà incidere sulla nostra mentalità». Il Lione gli ha consegnato una squadra maturata a livello europeo. «Abbiamo iniziato un cammino, questa è gara fondamentale per abituarci a questo livello di calcio. Partite come Manchester ti danno la giusta concentrazione, ma loro sono più abituati di noi a giocarle, per cui è indubbio che hanno un piccolo vantaggio».

Dopo l’ultimo allenamento lo preoccupa anche Pizarro, già assente all’andata per squalifica e ieri fermatosi a causa di un piccolo risentimento alla coscia destra. Decisivo il provino di stamane, mentre Spalletti ha provato già il giovane Faty. «Il cileno vuole esserci per dimostrare le sue qualità», dice il tecnico che già dovrà rinunciare a Perrotta, elemento fondamentale nello scacchiere della Roma come sostiene Ferguson. «L’allenatore del Manchester ha confermato di essere un tecnico attento. È un collega che è un punto di riferimento per noi che facciamo questo lavoro, stare 21 anni in un club e vincere tutto quello che ha vinto vuol dire essere un fuoriclasse. Noi però non dobbiamo guardare alle assenze, dobbiamo proporre una squadra che in campo abbia equilibro ed essere convinti delle nostre potenzialità già evidenziate all’andata».

Ciò vuol dire che la Roma non «farà calcoli, ma verrà a giocarsi la partita senza mediare su niente».

E stavolta magari sarà Ferguson a inchinarsi, come ha fatto Spalletti dopo il match di andata. «Non esageriamo... per me era un dovere farlo vista la grande persona. Domani (oggi, ndr.) lo saluterò in maniera normale qualsiasi sia il risultato». Anche se sotto sotto spera di fare uno sgarbo al maestro...

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