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Tozzi, più che un addio è un lungo arrivederci

Il cantante si è esibito all'Arena di Verona per l'ultima volta. Nel 2026 un tour mondiale per salutare i fan

Tozzi, più che un addio è un lungo arrivederci
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"Auguro alle nuove generazioni di trovare tante nuove personalità vocali, oggi non se ne sentono più e a me manca tantissimo". In queste frasi c'è un po' il senso del lungo addio di Umberto Tozzi (foto) a concerti e tour. Per mezzo secolo è stato una delle espressioni di massimo successo mondiale del nostro pop, ed è inutile ricordare quante volte abbiamo ascoltato Ti amo o Gloria. Ora basta, e lui, diciamola tutta, non si trova più a proprio agio in questa fase di cantanti che non cantano, anche se, ricorda, "anche la mia voce non mi piaceva, volevo fare il chitarrista in una band ma poi le cose sono andate diversamente". Insomma, l'altra sera ha riempito l'Arena di Verona con pubblico e tanti ospiti (da Pausini a Raf a The Kolors e Masini) e sì, ha provato "il brivido di pensare che quella sarebbe stata la mia ultima volta su quel palco" (il concerto andrà in onda in prima serata su Canale5 presentato da una brillante Federica Panicucci).

Per farla breve, da marzo 2026 al Palasele di Eboli partirà l'ultimo giro di concerti della sua vita con chiusura a metà maggio a Londra in un'arena non ancora annunciata. Là l'uomo da 80 milioni di dischi venduti (con Gloria ha piazzato ben 29 milioni di copie nel mondo solo tra il 1979 e il 1984) appenderà i concerti al chiodo. Fine. Stop. Salvo eventuali (e sempre più comuni) ripensamenti. Lui in effetti allude al pubblico che continua a ripetergli di non averlo "mai sentito cantare così bene", quasi a far intendere che l'addio definitivo poi così definitivo magari non sarà. Vedremo. "Intanto, dopo l'uscita a novembre del doppio disco L'ultima notte rosa live con cinque brani inediti, ho altri progetti non musicali". A proposito, uno degli inediti, Venti d'aprile, è dedicato a Elisa, bambina morta a cinque anni di leucemia nel 2020 e i proventi del brano andranno alla Fondazione Airc per la ricerca sul cancro.

Dunque il lungo addio di un artista di 73 anni che, prima del successo di Donna amante mia nel 1976, "non pensavo che sarei mai andato oltre Chiasso". E invece è finito pure nelle colonne sonore dei Nuovi Mostri di Monicelli, Scola e Risi, in The Wolf of Wall Street e nella Casa di carta, tanto per citare qualche film a caso.

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