Una maxi operazione della Squadra mobile di Roma ha portato ieri allesecuzione di 12 ordinanze di custodia cautelare come esito di una lunga indagine volta a smascherare unorganizzazione specializzata nello spaccio di hashish e cocaina nella capitale. Tra i corrieri anche una ragazza minorenne, subentrata nellattività di spaccio dopo larresto del padre, e una donna ultra settantenne. La cocaina era destinata sia al mercato di strada che al mondo dello spettacolo secondo una trasversalità molto ricorrente nellambiente dello spaccio di droga. Le dodici persone raggiunte da ordine di custodia cautelare facevano parte di tre clan familiari che agivano ed erano residenti nella zona di Tor Bella Monaca, centro della attività illecite. Gli spacciatori usavano nelle loro conversazioni telefoniche nomi di copertura per chiamare la droga: cornetti, auto, macchina, vino bianco e rosso, ed agivano prevalentemente in strada, proprio a Tor Bella Monaca, grazie anche a un sistema di controllo sul territorio.
Spesso la droga veniva passata attraverso una grata, e i malviventi usavano ogni tipo di escamotage per sfuggire ai controlli. Il mercato si sviluppava prevalentemente in tutto il quadrante est della Capitale (soprattutto Giardinetti e Borghesiana). Le indagini, in corso da quasi due anni, hanno portato alla luce anche nomi di vip romani, ai quali gli spacciatori consegnavano la merce recandosi in centro. Lattività di spaccio, ha detto Vittorio Rizzi, capo della Squadra Mobile, «era continua e trasversale». Finita in manette infatti anche unanziana donna che dopo gli arresti, prima del nipote poi della pronipote, allepoca ancora minorenne, aveva preso in gestione attività di spaccio. Nelle case degli arrestati sono stati trovati, oltre ai soldi, anche materiale per la lavorazione e la vendita della droga: dai bilancini alle sostanze usate per il taglio.
Ci sono anche una produttrice televisiva e un regista cinematografico straniero tra i consumatori di cocaina coinvolti nellinchiesta coordinata dal pubblico ministero Maria Cristina Palaia. I due, nomi poco noti al grande pubblico, sono rimasti coinvolti nella vicenda sulla base di alcune risultanze di intercettazioni telefoniche sulle utenze degli indagati.
Di qui si è risalito al regista e alla produttrice che già il 17 dicembre 2005 furono denunciati a piede libero per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
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