Tragedia annunciata: "Ma in Italia non potrebbe succedere"

L'allarme di Semeraro, dell'associazione italiana imprese di intrattenimento: "Il ballo deve tornare in discoteca, perché a causare tragedie non sono né il tipo di musica né la tipologia di giovani, ma la mancanza di norme di sicurezza"

Tragedia annunciata: "Ma in Italia non potrebbe succedere"

«Al Cocoricò o in qualsiasi altra discoteca della Riviera romagnola una tragedia come quella di Duisburg non potrebbe mai accadere, perché i nostri locali sono a norma». Parola di Giovanni Semeraro, presidente per la provincia di Rimini del Silb, l'associazione italiana imprese di intrattenimento da ballo e spettacolo. La strage è stata, per chi di discoteca ne ha fatto una professione, una tragedia annunciata. «Da anni ci battiamo perché vi siano delle regole precise - continua Semeraro -, affinché non sia più possibile far ballare in ogni dove. È per scongiurare ogni pericolo che chiediamo da sempre alle autorità di intervenire in quelle situazioni che non rispettano le regole. Non è possibile fare discoteca nei "barettini" di 30 metri, accogliendo magari fino a 200 persone. Come non si deve pensare di far ballare migliaia di persone in spiagge o campi senza le adeguate misure di sicurezza».
«In un certo senso bisogna andare contro tendenza - spiega ancora il rappresentante dell'industria dell'intrattenimento made in Italy - il ballo deve tornare in discoteca e non in luoghi qualunque. Perché a causare tragedie non sono certamente né il tipo di musica né la tipologia di giovani che frequentano il locale, bensì la mancanza di norme di sicurezza». Alcuni dei più famosi dj internazionali che si sono esibiti alla Love Parade di Duisburg sono spesso ospiti in estate nei locali della Riviera. Delle vere e proprie star internazionali come Tiesto, Paul van Dyk o Sven Vath, dj da quasi 50.

000 euro a sera, hanno già delle date fisse nella programmazione dei locali della collina di Riccione. «Non c'è nessun bisogno di spostarsi in Germania per ascoltarli - conclude Semeraro - rischiando la vita a causa della disorganizzazione».

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