«Una tragedia figlia del degrado»

Qualcuno è in Italia regolarmente, molti il permesso di soggiorno neppure l’hanno chiesto. C’è chi lavora onestamente e chi vive di espedienti. E quei pochi soldi che guadagnano, in molti casi, servono a pagare affitti altissimi a padroni di casa senza scrupoli che fanno vivere come bestie, ammucchiati pochi metri quadri, decine di immigrati. Spesso in barba ad ogni norma di igiene e soprattutto di sicurezza.
«La tragedia dell’Esquilino è figlia del degrado: Veltroni che dice? Mi si creda, non strumentalizzerei mai una tragedia del genere, ma Roma è l’immagine di un degrado dove ci sono abitazioni con decine di extracomunitari nello stesso spazio, ignorati da una città che si autocelebra, ma che mostra tutte le sue falle sociali». È il commento di Maria Burani Procaccini, responsabile nazionale famiglie e minori di Forza Italia. «Mi chiedo - continua la senatrice - cosa facciano i servizi sociali del Comune per monitorare il degrado che oggi ha consegnato il martirio di una mamma e di un bambino. Piangiamo queste due morti, ma non smettiamo di interrogarci su una propensione a non fare nulla in ragione di una politica del marketing che nasconde il nulla». Anche il capogruppo e il consigliere di An nel I municipio Federico Mollicone e Stefano Tozzi sottolineano la situazione insostenibile che si è creata all’Esquilino. «Esprimiamo il nostro profondo cordoglio per la tragedia avvenuta nel rione. Questa è l’altra faccia del paradiso multiculturale propagandato dalla sinistra, che in realtà si traduce in disperazione e sfruttamento», dicono i due esponenti di An. «Dalla sinistra che amministra la città e il centro storico - aggiungono - pretendiamo un serio mea culpa. Al prefetto chiediamo una task-force per debellare la piaga del racket degli affitti agli extracomunitari». Anche Augusto Caratelli, consigliere Udc del I municipio e portavoce del Comitato Esquilino, chiede di fermare il business degli affitti agli immigrati: «È pericoloso e incompatibile con il vivere civile». «È un fenomeno - spiega - che riguarda in particolare le persone del Bangladesh e coinvolge, nel quartiere, circa 150 appartamenti e più o meno 1.500 persone. Gli affitti, in parte in bianco e in parte in nero, sono alti: ognuno paga fra i 200 e i 300 euro al mese, anche a seconda di quanto e come guadagna». La polizia fa i controlli, ma non sono sufficienti. C’è un giro d’affari enorme dietro. Ci sono privati che comprano solo per riaffittare agli extracomunitari appartamenti di 100 metri quadrati a 2mila-2.500 euro». Letizia Cicconi, presidente del consiglio del I municipio, conosceva personalmente le due vittime: «La famiglia risiedeva qui da tempo, i figli frequentavano le nostre scuole». La Cicconi respinge, poi, le «illazioni fatte da qualcuno su questo grave episodio»: «Nel momento in cui due persone perdono la vita per un incidente così grave, bisogna abbassare i toni. La colpa non è certo di chi paga al nero cifre insostenibili, ma di chi continua ad usare questi mezzi per arricchimento personale. Magari anche senza pagare le tasse. Si sborsano cifre esorbitanti per appartamenti inadeguati e fatiscenti». Ieri l’assessore capitolino alle Politiche sociali Raffaela Milano ha incontrato, nella caserma dei carabinieri di piazza Dante, il marito e il figlio della vittima. «Ho portato le condoglianze dell’amministrazione comunale e della città - dice - e ci siamo messi a loro disposizione per offrire un sostegno alloggiativo e psicologico».

Anche il sindaco Veltroni ha espresso la sua «vicinanza e solidarietà ai familiari delle vittime». «È una tragedia che coinvolge tutti a Roma e che ci avvicina nel dolore alla comunità del Bangladesh che vive nella capitale», ha commentato il presidente della Provincia Enrico Gasbarra.

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