da Napoli
«Sì maresciallo, è vero, sono stato io a violentare mia nipote. L'ho fatto per mesi, in casa mia, quando non c'era nessuno». Non manifesta alcuna emozione l«orco» mentre confessa ai carabinieri di essere stato lui, a stuprare la nipotina di 4 anni e mezzo, morta (per un rigurgito da cibo, da non mettere in relazione con le violenze sessuali) all'alba di domenica a Crispano, uno dei tanti centri del Napoletano, afflitto dai soliti mali da terzo mondo: disoccupazione, miseria, microcriminalità, camorra, analfabetismo.
All'ospedale San Giovanni di Dio di Frattaminore, dove la bambina era stata portata dai genitori, i medici avevano subito scoperto le tracce delle violenze. I carabinieri di Casoria, con il capitano Paolo Cambieri, appena avvertiti, non hanno perso un attimo. Subito, hanno puntato l'occhio nell'ambito della famiglia della bimba e, in particolar modo si sono concentrati su uno zio, fratello della nonna paterna, con la quale l'indagato conviveva. Quarantotto anni, disoccupato, mai sposato, luomo nella notte fra domenica e lunedì, messo alle strette ha finito per confessare le violenze.
Gli insani rapporti sessuali, avvenivano mentre lui restava da solo in casa. La bimba rimaneva in sua compagnia per delle ore ma invece di giochi innocenti si consumavano violenze atroci. E cosi, quello che doveva essere un rifugio sicuro per la piccola, quando non andava all'asilo, si era trasformato in una gabbia degli orrori. Erano stati proprio i genitori della piccola vittima a chiedere una mano ai familiari, per risparmiare i soldi della baby sitter: il papà, 26 anni, lavora come operaio in un cantiere edile dell'autostrada del Brennero, la madre anche lei operaia, torna casa tardi.
I carabinieri stanno continuando nelle loro indagini, per chiarire alcuni punti della vicenda ancora non perfettamente chiari. Ad esempio, se qualcuno dei familiari fosse al corrente delle violenze che la bambina subiva e abbia messo tutto a tacere per evitare lo scandalo. I militari stanno esaminando la posizione della nonna, che da due giorni ripete di non avere mai sospettato di quanto accadesse in casa sua mentre, sembra accertato, che il pedofilo abbia agito da solo. Ora il dolore dei genitori sembra infinito. Prima la morte assurda della loro unica figlioletta, poi la scoperta che i suoi ultimi mesi di vita, sono stati un calvario. «Pensavamo che nostra figlia fosse in buone mani e invece l'abbiamo data a una belva», ha detto tra la lacrime la madre. A scuola la maestra mostra i disegni della bimba. «Era sempre sorridente e allegra.
In paese con lo sdegno monta la rabbia: «Basta con gli abusi sui minori, galeotti fatevi onore», la scritta comparsa sul muro antistante il parcheggio del comune di Crispano.
carminespadafora@libero.it
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