Roma

Il trans Natalie in tribunale: «Piero mi diede ventimila euro per una palazzina in Brasile»

Sfilata di trans a piazzale Clodio per l’affaire Marrazzo. I magistrati che indagano sul video-ricatto all’ex governatore stanno raccogliendo le loro testimonianze in sede di incidente probatorio, una procedura che consente di «blindare» le prove che l’accusa potrà portare al processo.
Ieri ha cominciato Natalie, il viado che era con Marrazzo nel luglio scorso quando due carabinieri fecero un blitz nell’appartamento di via Gradoli e filmarono l’allora presidente della Regione in mutande in imbarazzante compagnia. Da quel momento la vita di Marrazzo non è più stata la stessa. Ora la girandola di avvenimenti che lo hanno portato alle dimissioni rivivono per la prima volta in un’aula di Tribunale per bocca dei protagonisti. Il viado brasiliano ha raccontato i dettagli dei suoi incontri a base di sesso e droga con Marrazzo («La mia storia con lui la racconto da dopo il 3 luglio, quello che c’era prima non lo dico»). Particolari che gli sono costati un’imputazione per cessione di stupefacenti. «Marrazzo è stato vittima di una trappola fatta dai carabinieri che volevano 100mila euro, altrimenti avrebbero svelato tutto alla stampa per rovinarlo», ha raccontato Natalie, spiegando inoltre che fin dal 2008 i militari «infedeli» avrebbero voluto incastrare l’ex uomo politico. In aula ad ascoltare le parole del trans c’erano Carlo Tagliente e Nicola Testini, due dei quattro carabinieri autori del video-ricatto, che ieri è stato anche mostrato ai presenti. Rigorosamente a porte chiuse. Dopo averlo visto Natalie non ha avuto dubbi: «È un montaggio, ma non ne conosco la durata». Non è ancora chiaro, invece, chi quel giorno abbia soffiato l’informazione sulla presenza di Marrazzo in via Gradoli. Nell’appartamento - ha garantito il viado al giudice - non c’era droga, non c’erano altri trans e soprattutto non c’era Gianguerino Cafasso, il pusher poi ucciso da un mix letale di cocaina ed eroina. Natalie ha parlato anche della generosità dell’ex governatore, il quale negli anni le avrebbe donato circa 20mila euro utilizzati per sistemare una palazzina in Brasile (notizia poi smentita dall’avvocato Luca Petrucci). Per i legali dei carabinieri indagati, il transessuale ha detto una «marea di bugie»: «È inattendibile, inaffidabile e soprattutto contraddittorio».
In totale sono dodici i viado che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli vogliono ascoltare sotto la forma dell’incidente probatorio. Per questo sono state già fissate altre tre udienze, domani, giovedì e venerdì prossimi.

Secondo la Procura si tratta di un atto istruttorio necessario perché c’è il rischio che questi testimoni, per la loro precarietà, visto che sono irregolari e per lo più dediti alla prostituzione, possano non essere più reperibili al momento del dibattimento o esposti ad atti di violenza.

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