"La transizione ecologica? Deve essere attenta anche agli impatti sociali"

Si è tenuto il Sustainability Day di Acea, incontro tra istituzioni e esperti del settore

"La transizione ecologica? Deve essere attenta anche agli impatti sociali"

«Il Pnrr, insieme ad altre cose, ci sta portando, non solo a noi, a cominciare a pensare la pianificazione in modo diverso, in modo strutturalmente più lungo». Lo ha detto l'amministratore delegato di Acea Giuseppe Gola nel corso del Sustainability Day 2021, l'iniziativa voluta della multiutility per proporre un momento di confronto sui temi della sostenibilità. Al centro dell'edizione 2021, aperta dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, l'importanza di avere una transizione ecologica equa che possa contemplare, oltre agli aspetti ambientali, anche quelli economici e sociali e che metta al centro la persona, in duplice veste: come attore della transizione e beneficiario dei suoi effetti. Sullo sfondo, gli scenari di un futuro non troppo lontano in cui istituzioni e mercati, imprese e società civile sono chiamati a ripensare i modelli di produzione, per coniugare crescita economica e sviluppo sostenibile nel perseguimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 e del Green Deal UE. A questo proposito Giuseppe Gola ha presentato i risultati di uno studio realizzato da The European House - Ambrosetti: «La politica industriale dell'azienda orientata ai criteri della green e circular economy ha avuto nel 2020 un impatto positivo diretto e indiretto sul Pil, per un totale stimato di 3,1 miliardi di euro di valore aggiunto. Ogni euro di valore aggiunto generato da Acea ne attiva ulteriori 1,22 euro nell'intero ciclo economico. Inoltre, con investimenti pari a 907 milioni, Acea si posiziona tra le prime 15 aziende del comparto industriale italiano, con un valore in forte crescita nell'ultimo quinquennio, pari a +14,4% medio annuo».

Tra le attività del Gruppo che hanno avuto un maggiore impatto sull'ambiente, il report segnala le politiche energetiche che, grazie all'utilizzo di fonti rinnovabili (68% della produzione), hanno consentito di evitare nel 2020 l'emissione di 210.000 tonnellate di CO2, pari alla quantità assorbita in un anno da 10,5 milioni di alberi, tre volte quelli attualmente presenti in tutti i capoluoghi italiani. Nel settore idrico, la società, primo player nazionale per numero di abitanti serviti, investimenti e chilometri di rete di distribuzione, è impegnata in una gestione sostenibile dell'acqua attraverso la tutela della risorsa idrica, l'efficientamento delle reti e il contenimento dei volumi delle perdite. Sul fronte del trattamento dei rifiuti, nel 2020, Acea ha lavorato circa 1,45 milioni di tonnellate di rifiuti, diventando l'operatore di riferimento per l'Italia Centrale. Per quanto riguarda l'ambito sociale, la forza lavoro di Acea, con oltre 7.500 persone (27 mila considerando anche gli impatti indiretti e indotti), registra la terza performance per crescita occupazionale tra le aziende industriali italiane nell'ultimo quinquennio. «Il percorso intrapreso dal Gruppo è un importante pilastro su cui costruire un Piano di transizione ecologica dell'Azienda - si legge in una nota di Acea - che sarà alla base del prossimo piano industriale e che avrà come scopo il raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo previsti dalla Agenda 2030». Tra questi, la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra che è una delle priorità.

In tal senso, il Gruppo sta avviando nuovi tavoli di lavoro denominati «working group innosostenibili», in collaborazione con partner accademici e tecnologici, per attuare il Piano di transizione ecologica con iniziative sui grandi temi della sostenibilità: dalla decarbonizzazione alla mobilità sostenibile, dalla tutela delle risorse idriche all'economia circolare.

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