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Trap dice gatto e mette Prandelli nel sacco

L'Irlanda del vecchio maestro punisce l’Italia con una sonora sconfitta. Partita deludente. Retroguardia distratta sui gol Pazzini e le punte non hanno mai tirato in porta. Serve l’estro di Cassano. Il ct Prandelli: "Una sconfitta che fa riflettere"

Trap dice gatto e mette Prandelli nel sacco

Le provviste del club Italia non sono granché. Meglio stabilirlo in largo anticipo rispetto alla prossima scadenza di euro 2012 per non cadere nella trappola infernale delle facili illusioni. Dietro i pochi fuoriclasse della compagnia azzurra, Buffon, Pirlo, Cassano per citare lo scarno elenco a disposizione di Cesare Prandelli, resiste un drappello di discreti operai specializzati che possono reggere il confronto con l’Estonia. Appena l’asticella si alza, e il rivale di Liegi diventa l’Irlanda dell’intramontabile Trap, situato al posto numero 34 della classifica Fifa, ecco che emergono limiti e carenze con cui bisogna fare i conti da qui alla prossima estate.

Per esempio Pepito Rossi, talento a più riprese lucidato, sotto la pioggia di Liegi e dinanzi alle sentinelle irlandesi, non può certo guadagnare il credito di cui ha bisogno per abbandonare la categoria dell’eterna promessa e diventare una sorta di garanzia, per la sua carriera e anche per il club Italia. La sua prova, appesantita dalla stanchezza probabilmente, è di quelle da ripiegare in un cassetto moltiplicando i rimpianti (nostri) e i rimorsi (suoi) per Antonio Cassano. C’è un bisogno disperato del suo genio, applicato in particolare alla fase creativa del gioco d’attacco, se vogliamo una Nazionale che diverta e che trovi sbocchi puntuali in zona-gol. Ma Cassano, oltre a sorridere e chiacchierare amabilmente con Buffon in panchina e abbracciare Trap che ebbe il coraggio di lanciarlo in azzurro nel lontanissimo 2004, deve anche darsi una sveglia. Può diventare la musa di questa Italia ma deve darsi da fare, in allenamento e nel Milan, deve asciugare il fisico. Idem con patate per quel che riguarda Balotelli, al momento frenato da qualche acciacco al ginocchio operato. Basta qualche giocata di Giovinco, nella ripresa, per garantire alla Nazionale qualche chance in più, rispetto alla inconcludente prima frazione.

Qualche carta da giocare c’è in attacco dove al solito, impalpabile Pazzini, servito poco e male, bisogna sottolinearlo, si può aggiungere Matri, uno dei pochi ieri sera a dare entusiasmo e vivacità allo statico attacco azzurro, rimasto poi a luci spente dopo l’uscita, all’intervallo, di Andrea Pirlo, asfissiato dal pressing feroce degli irlandesi. Tra Pazzini e Gilardino, al momento, non c’è una gran differenza: uno, l’interista, può lamentarsi dello scarso rifornimento ricevuto, l’altro, il fiorentino, entrato nella parte finale dell’amichevole, è sempre più macchinoso così da perdere posizioni, invece di riguadagnare terreno. Si chiude allora, con una malinconica sconfitta, la stagione azzurra: appuntamento alla sera del 10 agosto, contro la Spagna, campione del mondo in carica, banco di prova subito impegnativo.
Il maestro Trap boccia l’allievo Prandelli e rimanda a casa l’Italia più deludente degli ultimi mesi. Qui non c’è da imprecare sulla scivolata di Gamberini (in occasione del 2 a 0 irlandese sui titoli di coda), semmai bisogna segnalare lo zero in fatto di occasioni da gol e la qualità del calcio esibito, davvero modesto, molto modesto. Non si tratta di una sconfitta da liquidare col solito schema: voglia di vacanze e testa su qualche isola con la bella di turno. No, è una botta alla crescita del club Italia e al processo di maturazione preteso dallo stesso Ct che deve fare, a questo punto della sua conduzione, un primo bilancio. Per capire quali sono i limiti, vistosi del gruppo, e per migliorare le trame oltre che l’allestimento tattico. Il dato statistico è sconfortante: si tratta infatti della seconda sconfitta (il precedente è fermo nel mondiale del ’94, con l’Italia di Sacchi) rimediata contro il rivale anglosassone, per la seria non ci facciamo mancare niente, scandali a go go e anche qualche torta in faccia.

Alla fine sono pochissimi gli azzurri da salvare con un voto sufficiente. «Sono mancate tante cose, è una sconfitta che fa riflettere» la confessione pubblica di Prandelli, chiamato a studiare il da farsi durante le vacanze.

Più che chiedere ai suoi cavalieri di recuperare un posto fisso in squadra, meglio ripensare alla cifra tecnica del gruppo.

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