Rigettata ancora una volta la richiesta di legittimo impedimento in attesa del trapianto di cuore avanzata dal difensore di limprenditore Giuseppe Grossi al processo che vede il «re delle bonifiche» imputato per le presunte irregolarità nella bonifica dellarea Montecity-Santa Giulia.
Secondo i giudici della seconda sezione penale, infatti, gli accertamenti in corso sulla salute di Grossi non rappresentano un impedimento assoluto a partecipare al processo, in cui è accusato di frode fiscale, appropriazione indebita e truffa. Secondo laccusa avrebbe creato fondi neri per circa 27 milioni sovraffatturando i costi delle bonifiche. Il suo legale, lavvocato Salvatore Pino, a marzo aveva presentato istanza di legittimo impedimento sulla base dei suoi problemi cardiaci. Il collegio, però, laveva respinta, sostenendo che lattesa dellintervento chirurgico non può costituire un impedimento assoluto. Il 20 aprile, il legale aveva rinnovato la richiesta, dichiarando al collegio giudicante che il suo assistito due giorni prima era stato ricoverato nella divisione di cardiochirurgia della fondazione San Matteo. Allora i giudici avevano chiesto della documentazione che ne attestasse le condizioni di salute. Nel frattempo Grossi era stato dimesso ed è stato nuovamente ricoverato il 27 aprile. Di qui, nelludienza di ieri, la reiterazione da parte del difensore della richiesta di un rinvio lungo per il processo, accompagnata stavolta dai certificati medici relativi agli accertamenti svolti sullimprenditore il 20 aprile e relativi alle sue attuali condizioni di salute che «in questo periodo sono anche peggiorate, tanto che adesso è salito in graduatoria per il trapianto», ha spiegato. Il pm Laura Pedio è intervenuto nella discussione, associandosi alla richiesta del difensore.
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