Sono bastati circa 10 cc di sangue - di una sacca da 250 cc - di un gruppo non compatibile con il suo, tre soli minuti di trasfusione, per fare andare in crisi respiratoria, e poi in coma per due giorni e mezzo, la donna di 76 anni morta nella notte fra lunedì e martedì alle Molinette di Torino per una trasfusione sbagliata. Lo spiega il dottor Marco Rapellino della direzione sanitaria dellazienda ospedaliera che deciderà con i dirigenti della struttura quali provvedimenti prendere nei confronti del medico che ha commesso lerrore. «È molto probabile - spiega Rapellino - la sospensione temporanea per tutelare, oltre allospedale, anche lui, che è molto depresso, almeno fino alla chiusura dellinchiesta». La donna era stata ricoverata alla Molinette sabato scorso. «Era in condizioni compromesse - spiega Rapellino - aveva una bronchite cronica e una grave anemia, dovuta, si è poi scoperto, a copiosi sanguinamenti intestinali. Quando è arrivata aveva 5 di emoglobina». «Quindi - prosegue Rapellino - le è stata fatta una prima trasfusione al pronto di medicina, che è andata bene. A quel punto è stata trsferita al reparto chirurgia, per esami invasivi e capire da cosa fossero provocati i sanguinamenti. Lì è avvenuto lerrore». «Il medico - continua - ha totalmente saltato la procedura di identificazione, che consiste nel verificare il gruppo scritto sulla sacca e il gruppo scritto sulla cartella clinica della paziente. Il medico si è accorto dopo circa tre minuti di avere sbagliato quando la paziente è andata in crisi». In ogni caso, prosegue il professor Rapellino, solo lautopsia chiarirà le cause del decesso.
E mentre i carabinieri dei Nas hanno concluso la loro ispezione, gli atti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Torino, a disposizione della quale è anche la salma della donna, il Centro nazionale sangue ha fatto sapere che in Italia avvengono ogni giorno circa 7mila trasfusioni e che nel corso del 2009 ci sono state 14 segnalazioni di errori, due dei quali si sono rivelati mortali.
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