Tre anni fa la denuncia: «Giochi pericolosi e mancano i controlli»

«Una tragedia purtroppo annunciata quella del piccolo morto per colpa di un gonfiabile», attacca il Codacons. Il caso era stato già stato sollevato dall’Associazione dei consumatori fin dall’aprile 2005 dopo le segnalazioni di diversi genitori che avevano evidenziato la pericolosità del gioco: bambini finiti all’ospedale con semplici traumi ma anche molti ricoverati per vere fratture agli arti. Numerosissimi poi i traumi da caduta e da schiacciamento, oltre che ferite e lesioni. Dopo una lunga battaglia, anche legale (il Codacons aveva presentato un esposto alla Procura della repubblica di Milano), finalmente nel maggio del 2007 sono state pubblicate le norme Uni che stabiliscono i requisiti di sicurezza. «Peccato - dicono al Codacons - che controlli praticamente nulli facciano sì che le regole non siano applicate e che tragedie come questa possano verificarsi». Ecco cosa prevedono le norme: ogni attrezzatura deve essere fornita di un adeguato sistema di ancoraggio o di zavorramento. E soprattutto il gonfiabile deve essere utilizzato sotto la supervisione di personale specializzato. La rete di contenimento non deve impedire la visibilità, deve essere abbastanza resistente e la dimensione delle maglie dovrà essere al massimo di 3 cm in modo che i bambini non possano infilarci i piedi per arrampicarsi. Su qualsiasi lato aperto del gioco, poi, l’altezza di caduta libera non può superare i 63 centimetri. Le superfici di tali aree dovranno inoltre essere realizzate con materiali in grado di assorbire gli urti - come ad esempio sabbia e tappeti erbosi - in modo da attenuare l’impatto della caduta.

Infine le attrezzature devono essere costruite in modo che qualsiasi apertura o foro non possa rappresentare un potenziale rischio di intrappolamento per le parti del corpo (testa, collo, piedi) dei bimbi che stanno giocando.

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