Cronaca locale

Tre giovanissimi spacciatori denunciati dalle loro madri

Le mamme, preoccupate per il comportamento dei ragazzi hanno frugato nelle camere, trovato la droga e avvertito le forze dell’ordine

Tre giovanissimi spacciatori denunciati dalle loro madri

Mamme preoccupate, mamme disperate, mamme che arrivano al punto di denunciare i propri figli. Ragazzi che, per colpa della droga, hanno preso quella che una volta si chiamava «brutta piega». Tre casi simili, nel giro di una settimana, il primo il 18 maggio, gli ultimi due l’altro giorno.
E in un episodio l’intervento della madre è stato forse determinante per salvare la vita al figlio con la pancia piena di ovuli di cocaina che non riusciva più a espellere. È successo l’altra notte, intorno alle 2, in un’abitazione di via Monte Rotondo dove Stefano C., 24 anni, già noto alle forze dell’ordine, ha iniziato ad accusare forti dolore al ventre. Solo l’insistenza della mamma però, ha convinto il ragazzo a chiamare il 118 e a farsi accompagnare a Niguarda. Dove ha dovuto spiegare ai medici di aver ingerito nove ovuli, lunghi circa un paio di centimetri, pieni di droga. I medici hanno avvertito il 113 e gli agenti si sono recati in ospedale per interrogare il giovane, costretto a confessare tutto. Vale a dire di essersi recato in Spagna per comprare la cocaina e di essere rientrato, passando per la Francia, il 23 maggio. Da allora attendeva di espellere gli ovuli. Operazione ora attesa - ovviamente in manette - con gli agenti che devono «recuperare» lo stupefacente.
Non meno drammatiche le circostanze che hanno portato Ornella, P., una impiegata di banca di 50 anni, a chiamare i carabinieri. La donna, che ha cresciuto da sola il suo unico figlio, Alfonso di 21 anni, l’altra sera verso mezzanotte ha approfittato della sua assenza per «perquisirne» la stanza. Da un po’ di tempo infatti lo vedeva irascibile, intrattabile. Aveva smesso di lavorare e frequentava brutte compagnie. Così sotto il cuscino ha trovato tre tavolette dal colore e dalla consistenza tipica dell’hashish. Ha telefonato al 112 e poi, per evitare che il figlio intuisse le sue intenzioni, ha dato appuntamento nei pressi della sua abitazione, davanti all’istituto ortopedico Galeazzi. Qui ha consegnato la sostanza sospetta ai carabinieri che hanno confermato i suoi dubbi: è hashish, 360 grammi, per un totale di 3.600 euro al piccolo spaccio. I carabinieri si sono così messi in cerca del ragazzo, trovato poi sotto casa mentre stava rientrando. Gli hanno chiesto della droga e lui ha ammesso solo la «detenzione». Quanto alle circostanze che l’hanno portato a entrarne in possesso ha raccontato una storia assai poco originale: «Ho trovato i panetti per terra, li ho raccolti pensando di usarli per consumo personale». Una versione assai difficile da credere e per questo i militari lo hanno arrestato.
Un episodio quasi uguale invece ha coinvolto la settima scorsa, in via Fantasio Piccoli, una donna che, preoccupata per il comportamento del figlio di 17 anni, ha frugato nell’armadio della sua camera da letto scovando 150 grammi di hashish e 1,4 di cocaina.

Ha chiamato la polizia che ha ammanettato il ragazzo e un suo amico, coetaneo, che gli aveva fornito la sostanza.

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