di Ferruccio Repetti
Sillogismo (meglio sarebbe «paralogismo») economico-musicale: il Teatro Carlo Felice ha bisogno di soldi (tanti); Riccardo Garrone ha i soldi (tanti); il Carlo Felice ha bisogno di Riccardo Garrone. E, dunque, lo chiama a far parte del consiglio di amministrazione, con la neanche tanto segreta speranza che il petroliere metta mano al portafoglio e salvi la stagione musicale, i «soli, coro e orchestra» e la pletora di dipendenti. Che poi Garrone «abbia già dato» (tanto) al Carlo Felice, e che sia certamente un mecenate, ma pure, altrettanto certamente, un oculato amministratore delle sostanze sue e delle aziende di cui si occupa, ebbene, per chi ha lanciato la proposta di accoglierlo nel salotto buono, o meglio nel «foyer buono» del teatro, ha un valore relativo. Anche perché, quando si è con lacqua alla gola - leggere: sullorlo della bancarotta economico-musicale -, come è il caso del Carlo ormai inFelice, non si può andare tanto per il sottile. E un salvagente bisogna trovarlo subito.
Così il sindaco di Genova Marta Vincenzi sè deciso a fare il passo, forse forzando un po la mano. E ieri ha chiesto ufficialmente al presidente onorario di Erg e presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone appunto, di entrare nel consiglio di amministrazione del Teatro. A dirla tutta, Marta ex Supermarta ha fatto ancora di più e meglio: ha fatto la domanda e si è anche data la risposta. Affermativa. A nome dellinteressato. Che così, pur lusingato, è stato costretto prima a precisare, poi a dettare le condizioni. Quasi come quando i giocatori della Sampdoria osano chiedergli un aumento dellingaggio. In ordine cronologico: Marta Vincenzi ha dato lannuncio dagli schermi di Primocanale, al culmine del programma «Il sindaco risponde» in onda subito dopo lora di pranzo. Precisando di aver «già ottenuto da Garrone una risposta affermativa».
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