Tre vigili urbani del XVI gruppo sono stati feriti ieri mattina dopo una aggressione da parte di sei nomadi romeni, nel corso di una operazione di controllo del commercio ambulante abusivo. È accaduto intorno alle 11 di ieri a largo Toja, dove si svolge il tradizionale mercato domenicale di Porta Portese.
Gli agenti della Polizia municipale hanno fermato i sei nomadi romeni dopo averli sorpresi in flagrante mentre erano impegnati nella vendita di sigarette di contrabbando. I sei, per tutta risposta, hanno aggredito contemporaneamente i tre vigili colpendoli con calci e pugni. Subito dopo è intervenuta unaltra pattuglia della polizia municipale, in rinforzo, che ha messo in fuga gli aggressori e bloccato una donna, anchella romena, di 30 anni, che aveva con sé 10 stecche di sigarette e 700 euro, provento dellattività di vendita. Con la donna cera anche il figlio, un ragazzo di 13 anni.
I vigili feriti sono stati soccorsi e portati in ospedale dove sono stati giudicati guaribili rispettivamente in 26, 10 e 6 giorni. In proposito il sindacato autonomo Ospol è tornato a lanciare accuse ai vertici capitolini. «Le aggressioni nei confronti di vigili urbani - ha fatto notare il leader dellOspol Luigi Marucci - non si contano più. È impensabile continuare a utilizzare personale disarmato e, per giunta, senza alcun altro strumento di difesa personale in servizi ad alto rischio, come il controllo degli ambulanti abusivi. Abbiamo già denunciato i sessanta consiglieri comunali - ha ricordato Marucci - per la mancata approvazione del Regolamento del Corpo di polizia municipale che prevede anche larmamento ma, nonostante ciò il sindaco e i suoi assessori continuano a menare il can per laia, perdendo altro tempo. La situazione, invece, richiederebbe provvedimenti immediati».
Sullaggressione di Porta Portese è intervenuto anche l«Osservatorio Sociale» che, in una nota, si è detto «solidale con i vigili urbani aggrediti e rimasti feriti nel corso di un normale controllo. Lepisodio non è nuovo alle cronache cittadine e dovrebbe far riflettere seriamente le Istituzioni».
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