Tremonti in bilico: «C’è troppa nebbia»

RomaLa neve si sarà pure sciolta, in quel di San Pietroburgo. Ma la nebbia, quella «fitta», che avrebbe ritardato il rientro del Cavaliere dalla Russia, su cui Giulio Tremonti scherza a denti stretti, non s’è ancora diradata del tutto. Perché al di là delle rassicurazioni di chi prova a gettare acqua sul fuoco, affermare che fili tutto liscio, dalle parti di via XX Settembre, equivale a inquadrare la giornata con una fetta di prosciutto sugli occhi. Insomma, la questione Tremonti è ancora sul tappeto. E lì rimarrà ancora per un po’, quantomeno finché il titolare all’Economia e il premier non si chiariranno le idee a quattr’occhi. D’altronde, tutta l’attenzione ieri era puntata sul loro atteso colloquio prima del Cdm, piuttosto che sulla riunione di governo in sé, seppure zeppa di provvedimenti da valutare. Così, lo slittamento del faccia a faccia, che potrebbe già avvenire oggi ad Arcore, mantiene alta la tensione nella maggioranza.
Detto questo, nessuno si azzarda a confermare apertamente l’ipotesi che Tremonti sia pronto a fare i bagagli. Anzi, «non ci ha mai pensato e non lo farà», riferiscono a tambur battente fonti a lui vicine. Senza contare che Ignazio La Russa, da Bratislava, le sue dimissioni non le mette «neanche in conto». Figuriamoci Umberto Bossi, convinto che ci sia «un tentativo di farlo fuori», ma allo stesso tempo sempre pronto a garantire il suo intervento difensivo: «Lo proteggo io».
I boatos, però, rimangono. E il diretto interessato, che intravede semmai «produzione di note di agenzie a mezzo note di agenzie», ha «difficoltà» a riconoscersi «in questo tipo di catena produttiva». Tanto da smentire a chiare lettere, tutto e tutti. Visto che, per quanto gli riguarda, «nessuna delle note in circolazione corrisponde a verità». Una stroncatura tout court che, paradossalmente, crea però nuovo scompiglio nel Palazzo. L’interrogativo che circola è questo: smentisce pure le fonti a lui vicine che smentiscono a loro volta le eventuali dimissioni? L’affare, a prima vista, sembra complicarsi. E non aiuta di certo l’interpretazione da dare alla battuta da lui formulata - secondo quanto riferiscono i presenti - durante l’incontro del governo con le Regioni. «Tempesta di neve? Direi invece che Berlusconi è stato bloccato da una nebbia fitta, molto fitta...».
Ma tant’è. Sandro Bondi prova a smorzare i toni: «Giulio Tremonti ha saputo manovrare con efficacia il timone dell’azione del governo nel corso della crisi, consentendo al Paese di scongiurarne gli effetti più disastrosi, sotto la guida del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e con la consapevolezza dell’intero governo, anche ora, ne sono certo, saprà avanzare proposte in grado di aiutare le imprese e i lavoratori a guardare con fiducia al futuro». Ma i mugugni restano. Tanto che - raccontano fonti del Pdl - il detentore dei cordoni della borsa pare sia intenzionato ad andare avanti nel chiedere a Berlusconi un’ulteriore investitura ufficiale, per stoppare una volta per tutte il fuoco amico piovutogli addosso negli ultimi giorni. Dalle polemiche aperte con i ministri meridionali per la Banca del Sud al papello apocrifo uscito fuori un paio di giorni fa. A cui si sarebbe aggiunto un secondo documento, incentrato stavolta sui temi del mercato del lavoro e del welfare (vedi uscita di Tremonti sul «posto fisso»), annunciato ieri da Notapolitica.it. Testo però subito smentito dai due presunti registi dell’operazione: Renato Brunetta («una bufala pazzesca») e Maurizio Sacconi («indiscrezioni del tutto fantasiose»). In ogni caso, il clima è pesante. E si vocifera appunto che Tremonti, sfogatosi pare con i suoi («basta trame contro di me»), abbia in mente una richiesta precisa da formulare al Cavaliere: la carica di vicepremier.
Intanto, il ministro dell’Economia incassa il disco verde delle Regioni al Patto della salute triennale, per coprire il periodo 2010-2012, ma con un suo progressivo superamento per procedere verso un concordato federalismo fiscale. Lo stesso percorso, aggiunge, che porterà alla riduzione dell’Irap. «Graduale», rimarca dal canto suo Gianni Letta, poiché si dovrà tenere conto della compatibilità di una manovra di questo tipo con gli effetti finanziari.
Così, concluso il delicato incontro pomeridiano, Tremonti presenzia alla conferenza stampa del presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani.

Al suo fianco, in prima fila, il titolare alla Semplificazione, Roberto Calderoli. Forse anche questo uno dei segnali politici della giornata: la Lega non lo mollerà mai.
In serata, Tremonti vola a Lecce per una due giorni a porte chiuse dell’Aspen Institute.

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