Gian Battista Bozzo
da Roma
Doverano i Catoni del centrosinistra dalla fine del 2002 allestate scorsa, quando «primo, unico e solo» Giulio Tremonti sollevava le osservazioni sulla «gestione non corretta» della Banca dItalia? Ora che il governatore Fazio si è dimesso, e che la legge sul risparmio è sul filo del traguardo, il ministro dellEconomia si leva un grosso sasso, quasi un macigno, dalla scarpa parlando con Francesco Rutelli a Radio anchio. «Andare contro il vertice della Banca dItalia è durissimo, cera un enorme blocco di potere difficilissimo da buttare giù, e anche nel centrosinistra cè stato chi ha difeso il governatore fino allultimo», dice. Fazio, per il ministro «era un intoccabile», mentre ora «avremo una buona legge e un buon governatore».
La passeggiata di Lodi. «Prima del luglio scorso, lunico che ha posto la questione della passeggiata di Lodi (quella di Fazio e Gianpiero Fiorani al Forex di Lodi, ndr) sono stato io - osserva Tremonti - mentre tutti gli altri hanno cominciato a parlare dello strapotere di Fazio non quando si trattava di tutelare i risparmiatori truffati per i crac finanziari, ma quando sono state pubblicate le intercettazioni sulle scalate ai grandi gruppi». Fazio, aggiunge il ministro, non è andato via per gli avvisi di garanzia ma «perché nel 2003-2004 quel tipo di gestione del potere troppo forte, a volte anche misteriosa, danneggiava e bloccava il nostro Paese». Tremonti ricorda inoltre le difficoltà sorte una volta presentata la legge sul risparmio, che pure aveva ottenuto il via libera da Bruxelles, dal G7, dal Fondo monetario. «Poi, mi sono dimesso - aggiunge - e da allora ci sono state pressioni incredibili, interne ed esterne, di tutti i tipi».
Separare finanza e politica. Tremonti e Rutelli concordano su una cosa: è giusto separare le operazioni finanziarie, le scalate dalla politica. «La questione morale esiste - dice il ministro - e Rutelli lha posta con molto coraggio nel centrosinistra. Se uno ruba - spiega - è una questione gravissima, ma se la cosa è organizzata dentro un sistema politico, fiancheggiata e sostenuta, questa è una grande questione. E a destra - replica a un ascoltatore - si possono trovare singole situazioni che non vanno bene, ma non che vengono organizzate e supportate dalla politica». Rutelli tuttavia glissa sul mancato appoggio a Tremonti allepoca degli scandali Cirio e Parmalat. «È importante - afferma invece - che il nuovo governatore sia apprezzato e rispettato da tutti: teniamo fuori Bankitalia dai giochi politici». Secondo Tremonti, che evita di far commenti sui nomi dei candidati, il prossimo governatore sarà «onesto, capace e perbene».
La legge sul risparmio. Al leader della Margherita, che critica la richiesta di fiducia sul ddl risparmio «ammorbidito» per quanto riguarda le norme sul falso in bilancio, Tremonti replica: «La legge che uscirà dal Parlamento ha un impatto più forte rispetto a prima, e ci saranno pene più dure». Già in gennaio, aggiunge il ministro dellEconomia, si incomincerà a pensare al meccanismo per indennizzare i risparmiatori frodati, comè previsto nella legge finanziaria. I fondi verranno identificati dalle banche nei cosiddetti «conti correnti dormienti», non reclamati né utilizzati da anni. Tremonti ammette poi di avere commesso «un errore bestiale» quando ha attaccato le Fondazioni bancarie; è invece orgoglioso della riforma previdenziale.
Prodi «agente cinese». Tremonti, in tv, parla anche di economia italiana. Il Paese ha problemi ma «non è in declino», e chi lo descrive in tal modo «porta male» allItalia. Evidente il riferimento alla sinistra, e in particolare a Romano Prodi.
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