Tremonti: al via il fondo per 50mila case

Roma«Non ci saranno patrimoniali, non toccheremo la casa né il risparmio: il governo non vuole tagliare i rami dell’albero su cui poggiano la società e l’economia italiane». E nei prossimi giorni partirà il fondo per l’edilizia sociale privata, con 2 miliardi e mezzo forniti da Cassa depositi e prestiti, fondazioni, banche e assicurazioni, con la capacità di costruire 50mila alloggi in cinque anni. Giulio Tremonti chiude a Montecitorio il dibattito sulla politica economica respingendo al mittente l’accusa di immobilismo di fronte alla crisi, che viene dall’opposizione. «Non siamo stati immobili sulle cose da fare - replica - ma irremovibili sulle cose che non si dovevano fare».
Aggravando il debito, spiega il ministro dell’Economia, si sarebbe rafforzata la tempesta. Oggi la crescita del deficit è inferiore alla media europea, e la stessa Commissione europea, approva gli obiettivi di bilancio dell’Italia, «conformi alle raccomandazioni Ue», pur ritenendo «ottimistiche» le previsioni sulla riduzione del deficit. «Dire che abbiamo fatto tutto male è eccessivo». Prima di agire, contrattacca il ministro dell’Economia, bisogna sapere che non esistono formule magiche: «Siamo un grande Paese, che non si può governare con il piccolo chimico».
Tremonti taccia di «avventurismo» la sinistra che a più riprese ha chiesto a gran voce, durante la crisi, provvedimenti di spesa. In tempi di crisi, spiega, il dovere dei governi è quello della responsabilità e della prudenza: al contrario, l’«avventurismo deficitista» propugnato dall’opposizione avrebbe avuto effetti devastanti.
Nessun Paese, negli ultimi due anni ha fatto riforme strutturali, mentre l’Italia le ha impostate per la scuola, l’Università, la pubblica amministrazione, la previdenza. Il nostro sistema produttivo ha tenuto, gli ordini sono cresciuti del 5% nell’ultimo trimestre, anticipando la ripresa, ed abbiamo uno dei tassi di disoccupazione più bassi, all’8,6% contro il 10% dell’area euro. «Nello scenario internazionale - dice - la politica del governo Berlusconi è considerata prudente e saggia». Tremonti si rivolge al segretario del Pd, Pierluigi Bersani: «Sui vostri manifesti ho letto che c’è scritto un’altra Italia. Non so se un’altra Italia sia possibile, so che non è preferibile». Ad Antonio Di Pietro che agita lo spettro della «rivolta sociale alle porte«, risponde: la coesione sociale è stata mantenuta.
Il ministro dell’Economia, affiancato dal premier Silvio Berlusconi, conferma che il governo ora sta lavorando alla riforma fiscale, su cui è stato avviato uno studio tecnico. Alcuni capisaldi sono già chiari: ne patrimoniali, né tasse sulla casa o sul risparmio, ma sistema più trasparente e lotta all’evasione. Il dialogo sulla riforma è aperto con tutti, dice Tremonti, che è disponibile ad avviare una sessione parlamentare sull’evasione fiscale.

Non manca una stoccata alle passate privatizzazioni «patologiche», quelle dei telefoni e delle autostrade, e «chissà chi le ha fatte», ironizza il ministro rivolgendosi ai banchi della sinistra. E il sistema pensionistico italiano, aggiunge polemico, è fra i più stabili d’Europa «certo non grazie a chi ha eliminato lo scalone». Le mozioni dell’opposizione sono state tutte respinte.

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