La bufera finanziaria si è placata, e i ministri delle Finanze del G20 possono oggi discutere di exit strategy, cioè dei passi necessari ad uscire dallemergenza. Sarà approntata una «tabella di marcia dettagliata per uscire dalle misure di stimolo», recita il comunicato del vertice tenuto a St. Andrews, in Scozia, ed entro fine gennaio dovranno essere raggiunti i «primi risultati». Allo stesso tempo, occorre prudenza perchè, come rileva il segretario al Tesoro Usa, Tim Geithner, «il processo di crescita sta incominciando adesso, e se mettiamo i freni troppo presto indeboliremo leconomia e il sistema finanziario» con gravi ripercussioni su imprese e occupazione.
Dunque il G20 aspetta la conferma della ripresa internazionale. «Abbiamo preparato il materiale per le discussioni del 2010», spiega il ministro dellEconomia, Giulio Tremonti, che aggiunge: «Da parte di molti ministri è stato detto che questo è un periodo in cui è più facile aumentare che ridurre le tasse. Non parlo della situazione italiana, mi limito a riferirlo. Diciamo che riuscire a non aumentarle è già un gol». Tremonti non è deluso dallesito del vertice. Uno dei risultati più importanti, spiega, è che cè unEuropa sempre più coesa, organica: «Questa è la via giusta - osserva il ministro - per rafforzare la posizione comune sulla exit strategy anche nel G20».
«Quando si parla di exit strategy per le banche ci vuole la massima cautela», dice a sua volta Mario Draghi, presidente del Financial stability board, perché «non è un settore adatto alle sorprese». I mercati finanziari «sono in ripresa», aggiunge il governatore di Bankitalia, «ma dobbiamo restare cauti e vigilare». Va avanti, intanto, il lavoro del Fsb sui bonus dei banchieri. Da qui a marzo, lorganismo produrrà una rassegna sullo stato di attuazione delle misure per limitare bonus e retribuzioni, legandoli ai risultati di medio periodo. Alcuni Paesi come Usa, Italia, Francia, Regno Unito e Canada, spiega Draghi, «hanno già cominciato a metterle in pratica. I bonus - aggiunge - non solo erano esagerati, ma anche fuori linea rispetto ai rischi che una banca assume».
Si è invece rivelato un buco nellacqua lappello del primo ministro britannico Gordon Brown perché il G20 valuti unimposta sulle transazioni finanziarie, una sorta di Tobin tax da destinare a un fondo per eventuali salvataggi bancari. «Una tassazione simile noi non siamo pronti a sostenerla, le banche devono essere responsabili dei rischi che prendono», replica Geithner. Anche il ministro delle Finanze russo Alexei Kudrin si è detto «scettico» sulla proposta.
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