Roma - Il governo di centrodestra non epurò il vertice della Guardia di finanza. «Rispettando la competenza e l’autonomia del comandante generale, il governo non è mai intervenuto nei trasferimenti degli ufficiali. Trasferimenti che sono stati tutti operati nella logica e secondo la tempistica di legge». La precisazione arriva dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Ed è la risposta a un articolo pubblicato ieri da Repubblica, intitolato «Così Tremonti epurò il vertice della Gdf». Il vice presidente della Camera non condivide il parallelo con la vicenda Visco-Speciale e attacca l’esecutivo: «Non avendo argomenti il governo invece di andare avanti va indietro. Si difende partendo addirittura dal settembre 2001». Un autogol, osserva il vicepresidente di Forza Italia. Visto che i fatti riportati da «Repubblica» coincidono con l’attentato alle Torri gemelle, quando i Paesi del G7 decisero una strategia comune di contrasto alle basi finanziarie del terrorismo internazionale. «Il ruolo della Guardia di finanza, svolto al servizio tanto dell’Italia quanto della comunità internazionale, è stato straordinario e riconosciuto da tutti, all’estero e all’interno. Tranne evidentemente che dal governo, nella sua autodifesa», osserva Tremonti. Nessun trasferimento, nemmeno del generale Giovanni Mariella. «Non è finito nel magazzino delle scope del Comando. Questo è sciacallaggio», attacca l’ex superministro ricordando che con Mariella «ho sempre avuto rapporto di stima cordiale e ha proseguito negli anni successivi la sua carriera». Nessun terremoto nemmeno in Lombardia. «La catena di comando di Milano non è stata sostituita con provvedimenti ad personam e/o ex abrupto, come ora pretende di fare il governo.
Ma ha seguito, nella successione del tempo e nella progressione dei gradi, il suo iter ordinario». La replica di Tremonti non ha convinto il senatore dell’Ulivo Massimo Brutti che l’ha definita una «impacciata e inconsistente autodifesa».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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