Roma La Finanziaria conferma la strategia di «prudenza fiscale» richiesta dalla crisi: mettere in atto una forte manovra oggi avrebbe certamente effetti negativi sull’economia, producendo «effetti contrari all’interesse generale». Ma la manovra non è ancora conclusa: se emergerà un maggiore gettito fiscale, dice Giulio Tremonti illustrando la legge di bilancio nell’aula del Senato, «la maggiori risorse finanziarie saranno destinate alle priorità sociali più urgenti».
Il ministro dell’Economia è appena ritornato da Istanbul, dove ha partecipato ai lavori del Fondo monetario internazionale e alla riunione dei ministri finanziari del G7. Dal fitto giro di incontri avuti nelle ultime ore ha maturato la convinzione che si vedono i primi segnali di ripresa, e però «siamo ancora in terra incognita». Nell’intervento consegnato lunedì all’International Monetary and Financial Committee del Fmi, Tremonti ha rilevato che «la congiuntura italiana si sta sviluppando in linea con il resto d’Europa». I dati, ha aggiunto, «suggeriscono un rimbalzo dell’attività nella seconda metà dell’anno e all’inizio del 2010: da quel momento in poi, la velocità di crescita resta incerta». Fra i segni positivi, Tremonti cita l’incremento dell’Iva, e l’aumento del traffico autostradale e postale.
In questa situazione tutt’altro che definita, il governo non intende rinunciare alla strategia della prudenza messa in campo finora attendendo «il netto consolidarsi della ripresa, e la definizione di una exit strategy in sede europea», ancora da decidere. Il ministro dell’Economia rileva come siano molti i Paesi che stanno arrivando a livelli di deficit intorno al 10%; l’Italia continua invece a muoversi nella strada della prudenza, e «considera non augurabile un deficit oltre la soglia del 5%». Inoltre, per la prima volta, il debito italiano crescerà nel 2010 a velocità inferiore alla media europea: l’Italia registrerebbe l’aumento più basso del debito pubblico, fatta eccezione per il Canada.
La strategia della prudenza non limita l’azione del governo, se nell’ultimo trimestre del 2009 le entrate dovessero migliorare, anche con gli incassi dello «scudo fiscale». Tremonti conferma l’intenzione di destinare al «sociale» le risorse che si dovessero rendere disponibili. È possibile che i tre articoli che compongono la Finanziaria lievitino durante l’esame parlamentare, soprattutto se le entrate miglioreranno. A partire da oggi le commissioni Bilancio di Camera e Senato cominceranno le audizioni, con lo stesso ministro dell’Economia. Poi toccherà ai sindacati, all’Abi, alla Confindustria, alla Banca d’Italia, alla Corte dei conti e all’Istat.
Il governo, conferma il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola, «è molto attento ai temi dell’economia, tanto è vero che la situazione italiana è migliore rispetto ad altri Paesi». Intervenendo a un convegno di Confindustria genovese, Scajola spiega che proporrà che parte delle risorse provenienti dallo «scudo» vadano a rifinanziare il credito d’imposta per le aziende che fanno ricerca. Emma Marcegaglia sollecita a «grande concentrazione» su crisi, economia e lavoro a una politica «distratta».
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