Il Treno dell’arte fa tappa a Garibaldi

Da Tiziano alla Street art, un’esposizione lunga sei vagoni in viaggio per l’Italia

Binario 1, stazione Garibaldi. E i raggi di sole che scaldano i milanesi in fila, anche di sabato mattina. Ieri non aspettavano di prendere il treno. Ieri, erano in stazione per vedere una mostra: «Il treno dell’arte - Da Tiziano alla Street art: 500 anni di arte italiana». Un’esposizione lunga sei vagoni, arrivata a Milano per un solo giorno dopo aver fatto tappa in 21 stazioni di tutta Italia. Da nord a Sud, lungo tutta la penisola, per un viaggio attraverso un percorso ideale che è andato a toccare grandi città come piccoli centri. Un viaggio, quello del Treno dell’arte giunto alla seconda edizione, ma sempre più determinato a far conoscere l’arte agli italiani.
Quasi a dire: se la montagna non va da Maometto, Maometto va alla montagna. E allora lo scorso primo ottobre questo treno speciale è partito da Roma con l’obiettivo di far conoscere al grande pubblico le opere di importanti maestri dell’arte italiana come Tiziano, Todeschini, Fattori, De Chirico e molti altri ancora. Ieri la tappa milanese, l’ultima di questo viaggio speciale. «Siamo molto soddisfatti - ha dichiarato l’ideatore e curatore dell’evento Antonio Pivetta - perché finora abbiamo raccolto ben 93mila firme. Considerando che di media solo un visitatore su tre registra la propria presenza, è chiaro che la nostra proposta ha riscosso molto successo». Gratis il biglietto, come la possibilità di seguire visite guidate a orari stabiliti. Un’occasione per ammirare 130 opere provenienti da collezioni private, alcune esposte al pubblico per la prima volta. «È una mostra di carattere didascalico - ha spiegato l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi - che offre a molte persone, magari capitate in stazione per motivi pratici, di vedere opere molto belle». Non tutte originali: «Volendo proporre quadri dell’arte italiana dal Cinquecento ad oggi, abbiamo dovuto trovare dei compromessi per non mettere a repentaglio la sicurezza delle opere più antiche». Da qui l’idea di affiancare all’allestimento tradizionale anche uno audio-video con riproduzioni dei quadri più delicati. Un periodo storico per ogni vagone: si comincia con il Cinquecento e il Seicento a cura di Sgarbi, a seguire i secoli successivi fino al sesto vagone dedicato a Ultime generazioni e Street art.

Per chiudere, l’opera di un giovane artista milanese. Si chiama Bros e tra i ragazzi è già una celebrità. Per l’occasione ha ripreso in chiave ironica la più antica opera in mostra: una Sacra famiglia di Tiziano del 1535. Come a dire: il cerchio si è chiuso.

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