Trentamila nuove case e attenzione alle periferie

Stefania Scarpa

Abolizione dell’Ici sulla prima casa, 30mila alloggi per l’edilizia sociale, lotta senza quartiere alla criminalità, razionalizzazione del «Gruppo Comune di Roma». È un programma di netta rottura con il passato, un elettroshock necessario dopo i «30 anni di malgoverno della Sinistra» quello con cui Gianni Alemanno si presenta alla sfida per il Campidoglio. Un programma - si legge nell’introduzione - che sintetizza le proposte di «tutte le forze politiche, sociali e culturali che sostengono la candidatura».
Emergenza abitativa. Il peggiore fallimento di Veltroni, secondo Alemanno, da fronteggiare con un piano straordinario per l’edilizia sociale che prevede, attraverso il coinvolgimento dell’imprenditoria privata («e non dei soliti gruppi»), la costruzione di 30mila nuove abitazioni così suddivise: 10mila di edilizia economico-popolare; 10mila costruite da privati e destinate all’affitto a canone sostenibile; 10mila per edilizia sovvenzionata. Va poi superata l'idea di un Piano Regolatore Generale simile a quello appena approvato per arrivare a un nuovo strumento contrattato con i singoli municipi. Dulcis in fundo l’abolizione dell’Ici sulla prima casa da finanziare con la riduzione degli sprechi, la lotta all’evasione fiscale, la dismissione del patrimonio comunale e l’aumento dell’Ici sulle case sfitte di proprietà delle società immobiliari.
Infrastrutture e mobilità. Sancito l’insuccesso della cosiddetta «cura del ferro», il centrodestra punta su una «massiccia operazione culturale di promozione sull’uso del mezzo pubblico»; sul potenziamento dei parcheggi di scambio alle porte della città e su una corretta manutenzione del fondo stradale che cancelli la «vergogna delle buche stradali» (oltre al maxiappalto per la gestione progettato dall’attuale Giunta). Occorre inoltre migliorare l’utilizzo delle linee metro già esistenti aumentando la frequenza delle corse nelle ore di punta (dagli attuali 4 minuti a 2) e collocare l’Atac in una holding dove abbia il controllo di Sta, Trambus e Met.ro: quelle aziende municipalizzate ai cui vertici ci sarebbero, secondo Alemanno, «degli incompetenti da rimuovere».
Sicurezza. Altro capitolo chiave, trascurato «per motivi chiaramente ideologici dalle amministrazioni di sinistra»: chiusura dei centri sociali occupati che non rispettino le regole sancite da «un protocollo di garanzia contro la violenza politica»; spostamento dei campi nomadi autorizzati lontano dai centri abitati, garanzie sull’effettività della sosta e sgombero di quelli abusivi. Infine lotta a ogni forma di abusivismo commerciale e riqualificazione della Polizia municipale.
Periferie. «Periferie mai più tradite», recita uno degli slogan di Alemanno: per superare il modello centro-periferia è necessario portare, o meglio, decentrare realmente nei vari quartieri una fitta rete di servizi sociali, commerciali, culturali e sportivi. Occorre poi dare seguito ai piani di risanamento che l’opposizione di centrodestra in consiglio comunale ha inserito nella delibera approvata mezz’ora dopo il Prg, che prevedono premi di cubature per le imprese che, attraverso lo strumento delle Ase (ambiti di sostituzione edilizia), demoliranno e ricostruiranno i mostri urbani creati dall’architettura collettivista.
Turismo e cultura. Istituzione di una Agenzia nazionale del turismo e creazione di un marchio Roma. Obiettivo è aumentare i flussi turistici totali, che oggi, secondo Alemanno, «sono aumentati meno rispetto alle altre grandi capitali europee».
Bambini nido, asili nido, scuola. Azzeramento delle liste d’attesa, che escludono dagli asili nido 8mila mila bambini, recuperando i locali disponibili, tra cui quelli oggi occupati dai centri sociali. Incentivare la concorrenza tra offerta pubblica e privata.
Pari opportunità. Più donne «nelle sedi sociali e rappresentative del Comune e in tutti i cda di nomina comunale» per arrivare all’obiettivo realistico del 30 per cento di presenza femminile, in linea con le indicazioni dell’Ue sulle pari opportunità.
Poteri speciali per Roma capitale.

È il capitolo su cui Alemanno ha fatto maggiormente pesare il suo ruolo di ex ministro. Se il referendum confermerà la riforma costituzionale voluta dal centrodestra, Roma avrà poteri normativi paragonabili a quelli di una Regione a statuto ordinario. Fra questi la Cdl chiede anche quelli sulla sanità.

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