Si è conclusa ieri a Trento una settimana gloriosa per il cinquantasettesimo «Film Festival della montagna». Giornata commovente martedì al premio Itas per i libri di montagna, perché dopo venti e più anni non cera più con noi Mario Rigoni Stern. Il momento di più forte ricordo si è avuto alla consegna da parte del presidente Edo Benedetti di un mazzo di rose alla moglie dello scrittore scomparso. Il Cardo doro, voluto allunanimità dalla giuria, è stato assegnato a «La montagna volante» di Christoph Ransmayr. La sapiente regia di Maurizio Nichetti negli ultimi ha elevato la qualità della manifestazione. Straordinaria la serata dedicata al Cerro Torre, suggerita dalle recenti polemiche relative alla salita di 50 anni fa di Cesare Maestri e Toni Egger, in questo caso non per polemica, ma per far conoscere la storia e le bellezze di quella zona.
I premi del Festival sono una pletora, con più di cento film presentati e di straordinaria varietà. Quello della Giuria presieduta da Giuliano Montaldo e quattro colleghi internazionali, è andato al dramma «Ba Yue Shi Wu» del cinese Xuan Jiang. Naturalmente alcuni lavori avrebbero anche meritato un premio, dargento o forse anche doro, ma la giuria deve essere attenta alla diversificazione dei temi. E così le immagini di un acrobata straordinario come lo statunitense Chris Sharma che vola sul verticale in modo incredibile sono state acclamate soltanto dagli applausi del pubblico. La prima Genziana doro, da me la più sentita perché ancora una volta presente la vedova del protagonista che ben conoscevo, è stata assegnata a «Karl» di Valeria Allievi, giovane e impegnata regista, dedicato appunto al grande Karl Unterkircher, scomparso alcuni mesi orsono sul Nanga Parbat.
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