Roma

A Treviso una Lazio a metà

A Treviso una Lazio a metà

Cristiano Sala

C’è una Lazio che parte per Treviso e un’altra che resta a Roma. Sono infatti undici, tra squalificati e infortunati, gli uomini che non partiranno per Treviso. Delio Rossi sarà costretto a fare miracoli per schierare una squadra competitiva priva, tra l’altro, di pedine fondamentali per lo scacchiere biancoceleste. Le defezioni cominciano proprio dal portiere. In settimana Peruzzi si è fermato per una lesione alla spalla sinistra e per questo rischia di saltare anche la trasferta di Milano, quando la Lazio proverà a superare i quarti di finale di Coppa Italia contro l’Inter. Oltre al portiere di Blera, anche Sereni è out. Come se non bastassero i problemi con la società ci si è messa la lussazione al quinto dito della mano destra a peggiorare la stagione del portiere parmigiano. In difesa (oltre all’infortunato Piccolo) la squalifica di due turni rimediata da Siviglia permetterà a Stendardo di rimettersi in mostra dopo aver perso il posto ad inizio stagione. A centrocampo, oltre a Firmani, Cesar, Behrami e Manfredini, non ci sarà Liverani e questa sembra l’assenza più importante tra i biancocelesti. In attacco l’ultimo a fermarsi, in ordine di infortuni, è stato Simone Inzaghi. L’ultimo superstite dello scudetto ha accusato ieri mattina un dolore al retto femorale della coscia destra e non è stato quindi convocato per Treviso. Da ricordare, inoltre, la squalifica che il giudice sportivo ha decretato nei confronti di Di Canio. Per il saluto romano a Livorno, il talento del Quarticciolo sarà costretto ad incitare i suoi compagni dalla tribuna.
Dunque la formazione. Tra i pali Ballotta (in panchina il giovane Santarelli). Linea difensiva simile all’ultima di Coppa Italia: Oddo, Stendardo, Cribari e Zauri con quest’ultimo tornato titolare dopo la staffetta infrasettimanale fatta con Giallombardo. Centrocampo a dir poco atipico. Senza la «mente» Liverani (a proposito: ancora in alto mare il rinnovo del suo contratto) Rossi in mezzo al campo opterà per la coppia Dabo-Mudingayi. Il congolese non è al top della forma ma Rossi ha chiesto al ragazzo di stringere i denti. Sulla sinistra, con il danese Keller confermato dall’altra parte del campo, spazio al nuovo arrivato Mauri. L’ultimo acquisto giunto a Formello ha già esordito nei minuti finali contro l’Inter di Mancini e, a Treviso, bagnerà la sua prima in campionato dal fischio iniziale di Tagliavento. In attacco turno di riposo per Tommaso Rocchi. Molto probabilmente gli verrà preferito Pandev. Il macedone sarà chiamato a gestire fantasia e spazi per l’ariete Tare, unica vera punta.
Mister Rossi, prima di partire per Treviso, non ha fatto particolari raccomandazioni alla terna arbitrale. La Lazio, ultimamente penalizzata dalle direzioni di gara, si augura di non vedere più mandato il fumo il lavoro in campo per decisioni sbagliate: «Non temo gli arbitraggi - ha detto il tecnico - temo di più la mia squadra. A essere sinceri ultimamente non ci è stato dato quello che meritavamo però sono sicuro che cambierà il vento». Oltre a questo, ci si mettono anche le assenze a complicare il cammino dei capitolini: «È vero, mancano diversi giocatori ma di certo non resteremo qui a piangerci addosso. Per quanto mi riguarda - ha assicurato Rossi - ho molta fiducia in quelli che scenderanno in campo. La Lazio, risultati a parte, ha sempre dimostrato di esserci. Quello che faremo a Treviso contro una squadra in salute». A proposito della formazione di Cavasin, Rossi mette in guardia i suoi: «Per loro è come se fosse l’ultima spiaggia. Il clima rigido? Al contrario ci sarà un’atmosfera calda visto l’amore dei tifosi di casa per la loro squadra. Questo, però, non dovrà condizionarci.

Non voglio alibi».

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