"Treviso nel mirino di estremisti. Useremo la forza per sgomberarli"

Il prosindaco Giancarlo Gentilini: "Sono come gli attentatori di New York. Il loro intento non è pregare"

Treviso - Prosindaco Giancarlo Gentilini, pare che a Treviso la situazione davanti ai luoghi di culto islamico sia più tranquilla.
«Calma apparente. Diciamo che non si sono azzardati a fare insediamenti nel locale destinato a negozio. Qualora ci fossero degli assembramenti di qualsiasi tipo, non solo per pregare, immediatamente scatterà l'ordinanza di sgombero».

Parla del locale nel quartiere di San Liberale affittato dai giovani musulmani di Seconda generazione?
«Sì, un negozio sfitto che il proprietario ha concesso, senza pensarci troppo, a questi personaggi. Sono estremisti puri e semplici. Questo estremismo l'ho trovato solo in coloro che hanno distrutto le Torri gemelle».

Nientemeno.
«Certo, perché quando si sbandiera la volontà di infrangere le leggi, e si ha il coraggio di dire che se ne fregano del sindaco di Treviso e delle leggi italiane, e che nemmeno l'esercito potrà sloggiarli da là, allora siamo in presenza non di gente che prega, ma di gente che vuole forzare la mano».

È proprio impossibile il dialogo?
«Questi non fanno parte di quella gente con cui avere dei colloqui. Ho la sollevazione popolare di tutto il quartiere, perché quell'insediamento sta portando personaggi che nulla hanno a che vedere con la città. È come il miele che attira le mosche da tutte le parti, e allora devo eliminare il miele».

State trasformando il disagio popolare in una campagna leghista.
«No no no, questo è un disegno diabolico delle frange islamiche estremiste le quali hanno preso di mira la città di Treviso che non ha mai approvato questi insediamenti. È un braccio di ferro con un'amministrazione che non ha mai accettato moschee o centri islamici. La loro è una forma di prevaricazione, quindi nessuna tolleranza. Questi vogliono scardinare con la forza le istituzioni».

Quindi è una prova di forza?
«Assolutamente. Lo stesso caso si verifica a Villorba, dove c'erano una quarantina di personaggi che sono stati identificati e soltanto due abitavano in paese».

Si riferisce al capannone affollato durante il ramadan?
«Sì, vogliono pregare all'aperto. Io ho detto che le preghiere sono un fatto interiore e non occorre andare a ostentarle o mettersi in ginocchio sui tappeti. Ma la filosofia della religione islamica cerca di eliminare l'infedele, questo è il messaggio».

Vorrete concedere un luogo di preghiera ai musulmani...
«In Italia funziona che questi arrivano, non si sa chi sono e dove si sistemano, nessuno li controlla. Pisanu diceva che da noi vivono 2000 terroristi più le cellule dormienti, non vorrei proprio che andassero a dormire in un negozio di San Liberale. E comunque gli auguro un lungo letargo».

Insomma, lei è irremovibile: niente moschee.
«L'integrazione è un processo molto difficile, non può essere calata dall'alto, è una germinazione spontanea e ci vorranno generazioni. Anche stamattina (ieri per chi legge, ndr) sono andato al mercato di San Liberale e tutti mi dicevano: sindaco, per l'amor di Dio, faccia di tutto perché questi non si radichino nel nostro quartiere, sarebbe la fine. Questa è la verità nuda e cruda».

Prefetto e questore sono d'accordo?
«Sono perfettamente in sintonia e se si dovessero realizzare assembramenti scatterà lo sgombero».

Che cosa dice al governatore veneto, l'azzurro Giancarlo Galan, che predica tolleranza?
«Galan, Galan... Ma va’, lui non è un leghista. Il vangelo secondo Gentilini è tolleranza doppio zero, uno zero in più di Maroni».

Ma questa gente ha o no diritto di pregare?
«A casa loro, non occorre che facciano gli esibizionisti».

A casa loro intende da dove sono venuti?
«No, dico proprio a casa. Quando tu vai a letto e sei in pace con la coscienza, reciti un “Pateravegloria” per ringraziare il Padreterno che ti ha dato un'altra giornata di vita, la possibilità di lavorare, di tornare a casa. Anche loro possono farlo con Allah.

Credo che accetti le loro preghiere anche se non sono fatte in mezzo alla strada».

Per i prossimi giorni che cosa dobbiamo aspettarci?
«Aspettiamo che non abbiano la dabbenaggine di riunirsi, perché allora saranno espulsi con la forza».

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