Oscar Eleni
Nel giardino delle mimose di Assago, fra balli sudamericani, la Benetton scopre che la grande città confonde, che 11500 persone possono mandarti al manicomio e non soltanto fermare un pullman: lArmani pareggia il conto di questa semifinale prendendosi il gusto di lasciare sotto i 50 punti (58-49) i tutti verdi di Messina che ieri sono stati fatti prigionieri nella ex casa di ghiaccio del califfo Blair.
Entusiasmo tanto, Giorgio Armani si toglie persino la camicia, basket bruciacchiato, modesto, con la Benetton prigioniera delle sue tristezze, delle sue scarse percentuali di tiro (34%), di una difesa che si è fatta bucare spesso, stracciata a rimbalzo (42-28, con Blair 14 e Singleton 10). Lino Lardo esce dallincubo di non sentirsi a suo agio nel paseo delle grandi sfide, strangola il poco che offre una Benetton dove manca lo spirito di Bulleri, che ha perso il padre giovedì scorso, uno che va in campo per dovere, ma senza piacere. Disastroso Marconato, mai visto Soragna, soltanto Goree oltre i 10 punti, ma in una serata di luna anche peggiore di quella della prima partita.
Milano si gode questa festa a palazzo pieno, Lardo ha ragione di credere che la sua strategia difensiva ha ridotto il potenziale di Treviso dopo il primo quarto, lasciando 19 punti negli ultimi due tempi. Serata gloriosa per Joseph Blair, uno che quando segna anche 6 liberi su 7 vuol proprio dire che ha parlato con i suoi santi protettori, uno che con 16 punti, tanti rimbalzi e 3 recuperi si fa perdonare le 7 palle perse, lautonomia non straordinaria, uno che ha larte per divertire, far saltare i principi e i rospi. A Milano serviva rivedere un cielo più limpido, anche in una giornata dove la calura ha mandato fuori di testa tanta gente. Ora si è assicurata almeno un'altra serata da oltre 11000, ma non è detto che debba accontentarsi se Treviso è davvero questa squadra senza elettricità. Manca lallegria, sembra che ci sia una strana atmosfera con tutti proiettati verso altre spiagge più affascinanti, ma non possiamo crederci.
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