Ieri lInter non ha aperto bocca. Ha rieditato il famigerato (famigerato? Mah!) silenzio stampa che va inteso come silenzio contro la stampa. Con tanti saluti ai propri tifosi. Moratti era arrabbiatissimo, buio come poche volte. Mancini ha detto: obbedisco! Ben sapendo di evitarsi un polverone di polemiche. Semmai ci sarà tempo stasera per rinfocolarlo. LInter non ha gradito laccostamento alla Juve di Moggi, soprattutto per quanto riguarda il rapporto con gli arbitri. Accostamento sgradevole e sgradito. Ma come si dice nel calcio? La palla è rotonda. E gira. LInter era abituata al lamento, allaccusa contro le ingiustizie. Ora deve sopportare che siano gli altri a ripagarla nello stesso modo. È la legge del calcio. Stravagante che presidente e società la interpretino, facendo ancora la parte degli offesi. Suvvia, non si può esser sempre vittime e sempre con il muso di chi ha subito il torto. Qualche volta capita pure agli altri.
Strano latteggiamento di Moratti, che spesso si concede al conversare. Nel giorno in cui dovrebbe parlare, anche e solo per difendere giustamente la sua società, non prende posizione, fa loffeso, impone il silenzio ritenendo sia il modo migliore per fare rumore. Quando, invece, basterebbero quattro parole ben dette: chiare, limpide, senza sottintesi.
LInter è campione dItalia per meriti propri e non per benevolenza arbitrale. Probabilmente raddoppierà lo scudetto.
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