Trezeguet sbatte la porta «Proposta Juve indecente mi trovino una squadra»

Segna il 15° gol e poi annuncia la partenza a gesti: «Non rientro nei programmi». Blanc: «Ha ancora un anno di contratto...»

da Torino

Nemmeno ieri. La stagione grottesca della Juventus si è chiusa con un altro addio e altre polemiche. Dopo Deschamps, che aveva salutato la compagnia il 26 maggio appena dopo avere battuto il Mantova e avere fatto il pieno di applausi per la serie A raggiunta con tre giornate di anticipo, ieri è toccato a David Trezeguet ufficializzare la rottura con la società. Lo ha fatto in campo, mimando clamorosamente i 15 gol segnati quest'anno seguiti da chiari gesti con le mani che annunciavano la sua partenza, lo ha ribadito nel post partita che la Juve ha perso in casa - primo ko stagionale - contro lo Spezia (2-3: reti di Pecorari, dello stesso Trezeguet, di Guidetti, Bianco e Padoin). «La proposta della società è inaccettabile. Aspetto mi dicano quali offerte ci sono, ma dovranno essere di mio gradimento. Ho sempre fatto il mio dovere e anche quest'anno ho segnato 15 gol, quelli che avevo promesso a Deschamps».
Rottura su tutta la linea, dopo una storia d'amore iniziata nel 2000-01 quando il francese arrivò in Italia con in tasca il titolo di campione d'Europa. Da allora Trezeguet, pagato al Monaco una quarantina di miliardi di lire, ha mantenuto una media reti spaventosa: prima ha vinto la concorrenza di Kovacevic e Inzaghi, poi è diventato partner insostituibile di Del Piero e quindi di Ibrahimovic. Numeri spaventosi, i suoi: in sette stagioni 140 gol (95 in serie A, 15 in B, 2 in Coppa Italia, 1 in Supercoppa, 24 in Champions League e 3 nei preliminari) in 238 presenze, 2 scudetti (più i due revocati) e 2 Supercoppe italiane. Meglio di lui, come cannoniere, hanno fatto solo Del Piero (217), Boniperti (179), Bettega (178), Sivori (167) e Borel II (157). Cifre delle quali la Juve aveva creduto di potere fare a meno tre anni fa, quando Trezeguet era già sulla strada di Barcellona: poi arrivò Capello e con una telefonata cambiò tutto, adeguamento del contratto e altri gol a grappoli. Fino a ieri, quando la rottura è stata totale.
Di chi la colpa? «David ha ancora un anno di contratto - ha provato ad argomentare Blanc, ad della società -. Gli abbiamo detto che fa parte del progetto e proposto rinnovi per tutto l'inverno. Per fare un accordo bisogna essere in due. Lui ha voluto lanciare un messaggio davanti ai media: le discussioni però non si fanno pubblicamente, ma dentro i muri della società. Se uno vuole rimanere, deve avere le motivazioni giuste: il segnale più importante l'ha lanciato Buffon, accettando di restare con noi per altri cinque anni. Gigi ha voglia di fare il massimo per la Juve: quando riscontriamo questo tipo di atteggiamento le soluzioni si trovano. È troppo comodo scaricare tutte le responsabilità sulla società, senza dimenticare che vestire la maglia della Juventus è un onore». E quindi: se Trezeguet non vuole allungare il proprio contratto fino al 2010 a 3,5 milioni a stagione (contro i 4,5 attuali), più eventuali premi a rendimento e magari la libertà di gestire in proprio i diritti di immagine, si può accomodare altrove. «Noi vogliamo tenere i campioni e gestire bene il futuro finanziario della società - ha proseguito Blanc -. Crediamo di fare offerte adeguate e proviamo a trovare un equilibrio». Con Trezeguet pare non ci si riesca, altrettanto potrebbe accadere con Camoranesi, il cui contratto scadrà però nel 2009.
«Ho sempre dato il mio contributo - è lo sfogo di Trezeguet - e sono entrato nella storia della Juve, il resto non conta. In sette anni mi sono guadagnato la stima di 14 milioni di tifosi e dei miei compagni: purtroppo la nuova società la pensa diversamente e questo mi dispiace. Sento poca fiducia nei miei confronti: mi hanno detto che avrei dovuto rinnovare il contratto oppure andare via.

Ho già parlato con alcuni dei miei compagni più rappresentativi per spiegarmi: loro hanno capito». Adesso, vacanza: «Parto per il Messico. Ho detto alla Juve di chiamare mio padre se una società di mio gradimento mi cercasse».

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