«Un tribunale aperto anche di notte»

Massimo Malpica

«L’obiettivo non è soltanto avere un efficiente sistema di prevenzione e di repressione dei reati, ma anche avere una giustizia che possa condannare i colpevoli immediatamente, senza aspettare nemmeno il giorno dopo». Riassume così i «drugstore della giustizia» l’ex ministro Maurizio Gasparri, che oggi insieme ad altri esponenti di An tra i quali il candidato sindaco Gianni Alemanno sarà al laghetto dell’Eur per la «giornata della sicurezza».
«È un giorno speciale - esordisce Gasparri - una manifestazione per parlare del nostro “pacchetto sicurezza” che è al centro del programma di An, ma anche per ricordare la memoria di Fabrizio Quattrocchi: consegneremo un premio a sua sorella per rendere omaggio a un uomo-simbolo di una delle grandi sfide della sicurezza, quella del terrorismo internazionale. La medaglia d’oro Quattrocchi ha affrontato con fierezza la peggiore delle violenze».
Ma cos’è, e come funzionerebbe, questo «drugstore» della giustizia?
«Tutti abbiamo visto film e telefilm americani nei quali i poliziotti, dopo aver arrestato uno spacciatore o un ladro, lo portano direttamente di fronte a un giudice, anche in piena notte. Ecco, l’idea è proprio quella di ampliare anche in Italia l’ambito di applicazione, soprattutto orario, dei processi per direttissima, con tribunali che siano operativi 24 ore su 24 per i reati commessi in flagranza. Si potrebbe fare probabilmente senza nemmeno interventi normativi, ma solo con qualche correzione amministrativa»
E quale sarebbe il vantaggio di una condanna comminata «in notturna»?
«La visibilità per i cittadini, che capirebbero l’efficacia reale del sistema, l’armonia e il tempismo tra il lavoro delle forze dell’ordine e quello della magistratura. Ritengo che sarebbe meglio percepita una condanna immediata a una pena breve ma certa rispetto a una condanna più pesante che però arriva dopo un iter giudiziario di anni. Naturalmente, questo varrebbe solo per casi come la flagranza, non certo per i processi indiziari. Ma i tribunali H24 non sarebbero la sola novità».
Cos’altro propone An in tema di sicurezza?
«Di mettere a sistema il combinato disposto di una serie di elementi, in gran parte già attuati dal governo: le norme più severe, previste per esempio dalla nuova legge sulla droga, un numero più cospicuo di poliziotti e di carabinieri di quartiere nelle nostre città, nessuno sconto di pena previsto dalla Gozzini per i recidivi, grazie alla Cirielli. Il tutto abbinato, come per chiudere il cerchio, al progetto di un tribunale che assicuri una giustizia più tempestiva e con modalità esemplari, che darà una maggiore percezione di sicurezza e giustizia dei cittadini. Un’idea che potrebbe partire in via sperimentale proprio da Roma, con turni tra i magistrati per avviare presto questa struttura giudicante».
A proposito di Roma, come è messa la Capitale?
«Ci sono emergenze sia nelle periferie che in centro, anche se Veltroni si preoccupa soltanto di proporre la presenza di vigilantes a Campo de’ Fiori. Certo si potrebbe valorizzare il ruolo della polizia municipale per far sì che i vigili concorrano alla prevenzione dei reati.

Peraltro bisogna dare atto a questo governo di aver fatto tantissimo per la sicurezza: mentre città come Londra, New York e Madrid sono state oggetto di attentati Roma, pur essendo stata epicentro di importanti eventi politici e sociali, è stata tutelata dal terrorismo internazionale. Merito delle forze dell’ordine e dell’intelligence che hanno fatto e bene il loro dovere, merito anche di chi in questi anni ha governato».

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