Giacca e pantaloni. Camicia e cravatta. Per le donne, anche tre paia di collant. Le divise estive per autisti e commessi del palazzo di giustizia sono pronte: non sono state ancora indossate, ma sono già oggetto di polemiche. A fare da scintilla i prezzi. Trecento euro a mise, qualcosa meno per le donne. Tanto. Troppo, per lAssociazione nazionale magistrati che considera linvestimento in vestiario del ministero poco meno di una provocazione: «Uniformi di buon taglio: quante ne sono state acquistate in tutta Italia?», si chiede lAnm milanese.
«Magari - si legge in un comunicato firmato dal presidente Paolo Carfì - non faremo udienza al pomeriggio, ma in compenso i fascicoli verranno trasportati da personale finalmente elegante». Per questo, «rinunciamo a comprare codici aggiornati», e «non possiamo dotarci di nuovi personal computer, molte udienze penali non possono proseguire oltre le 14, perché il personale amministrativo che cessa il servizio non viene sostituito ed in più è prevista una riduzione di organici per oltre duemila unità a livello nazionale».
Secca la replica di Luigi Vitali, sottosegretario alla giustizia: «È specioso lintervento dei rappresentanti dellAnm di Milano e, francamente, se lo potevano evitare. A meno che non dobbiamo leggerlo come una reazione allimminente approvazione al Senato della legge sullordinamento giudiziario».
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