da Milano
«Ridurre le tasse, aumentare i salari». Quello che in Italia sta diventando uno slogan tripartisan, buono a destra, a sinistra e anche al centro, ai piani alti dellEurotower proprio non piace. Leco della campagna elettorale tricolore deve arrivare alle orecchie di monsieur Trichet come le note di un violino suonato da una mano malferma: stridule e fastidiose. Quando di mezzo cè linflazione, vista ancora su livelli troppo elevati nel 2008 (al 2,5%), la Bce non scherza mai: e buste paghe più pesanti, sono un potenziale innesco di ulteriore surriscaldamento dei prezzi. Dunque, repetita iuvant: «I rischi - ribadisce per lennesima volta listituto di Francoforte nellultimo Bollettino mensile - sono connessi alla possibilità di una crescita salariale più vigorosa del previsto, tenuto conto dellelevato grado di utilizzo della capacità produttiva e delle condizioni tese del mercato del lavoro».
La ricetta è quindi quella di sempre: moderazione salariale, con le parti sociali chiamate a dar prova di «senso di responsabilità»; inoltre, sì alle riforme strutturali in grado «di assorbire gli choc». Ma, soprattutto, linvito a effettuare «ulteriori sforzi di risanamento» dei conti pubblici sembra mal conciliarsi - salvo drastici tagli della spesa - con lipotesi di un intervento sulle aliquote per alleggerire la pressione fiscale e ridare più potere dacquisto agli italiani. Una posizione sgradita tanto ai nostri sindacati («cè il rischio di deriva tecnocratica nelle indicazioni della Bce», ha detto Domenico Proietti della Uil), quanto a quelli tedeschi («la Bce sta diventando noiosa con questi appelli», ha fatto sapere il potente Ig Metall). E Pierluigi Borghini di Forza Italia afferma che «il prossimo governo dovrà agire con decisione sulla politica monetaria della Bce».
Eppure, Francoforte è consapevole del fiacco passo di Eurolandia. La scorsa settimana, Trichet aveva per la prima volta ammesso che lespansione economica, questanno, sarebbe stata al di sotto del potenziale (2%). La conferma è affidata al Bollettino, dove le stime sul Pil 2008 sono state riviste al ribasso all1,8% (lo 0,3% in meno dalloutlook precedente), così come quelle relative al 2009 (2%, lo 0,2% in meno), e si riferisce di «unincertezza inusualmente elevata». Ma nel Bollettino non cè una sola virgola capace di sorreggere lipotesi di un intervento sui tassi, chiaramente in chiave espansiva, per sostenere lo sviluppo.
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