Trichet taglia: non i tassi, ma le stime sul Pil 2009

Un taglio c’è stato: non ai tassi, rimasti ancorati all’1%, ma alle stime sull’andamento dell’economia di Eurolandia nel 2009, riviste decisamente al ribasso. È questa l’unica novità di rilievo della riunione di ieri della Bce, in cui il board è tornato comunque a ricompattarsi sulle linee-guida di politica monetaria dopo il mini-strappo di maggio, quando la decisione di tagliare di un quarto di punto il costo del denaro non era stata presa all’unanimità. Resta tuttavia senza risposta l’interrogativo su quale sia il livello oltre il quale i tassi non potranno più scendere. All’interno della Bce non sembra infatti concluso il confronto tra chi (tedeschi su tutti) considera ormai raggiunto il limite e chi invece (per esempio gli olandesi) lascia margini a ulteriori misure. Di questo duello dialettico non vi è naturalmente traccia nelle parole pronunciate ieri da Jean-Claude Trichet: «Intendo ripetere senza cambiare una parola, quello che ho detto a inizio maggio - ha spiegato il presidente dell’Eurotower -, perché non è cambiato niente: non abbiamo deciso che l'1% debba essere considerato il livello minimo, ma, allo stesso tempo, riteniamo appropriato il livello attuale dei tassi». A questo punto, è assai probabile che nessun provvedimento verrà preso prima della pausa estiva. Una riduzione dei tassi potrebbe essere decisa in autunno, ma solo in caso di ulteriore peggioramento congiunturale. La Bce ha peraltro già messo in conto per il 2009 un deterioramento più marcato rispetto alle stime di marzo. In base alle nuove previsioni, il Pil dell’euro zona si contrarrà quest’anno fra il 5,1% e il 4,1% (contro il -3,2% e -2,2% previsto in precedenza), con una contrazione media di 4,6%. Inoltre, sui cosiddetti «germogli di ripresa», Trichet si è detto «molto, molto cauto». L’istituto centrale continua a collocare la recovery a partire dalla metà del 2010, ma nessuno deve aspettarsi la ripartenza tipica delle recessioni a V. La crescita, ha precisato il banchiere francese, «sarà piatta nel primo semestre del 2010 e positiva nella seconda parte dell’anno, ma, se si considera l'effetto negativo di trascinamento da quest’anno, si ha una media poco lontana dallo zero». La solidità della ripresa «dipenderà però da noi - ha aggiunto Trichet -. Se riusciamo a ritrovare fiducia, ci saranno più consumi, più investimenti e più crescita». Con l’inflazione destinata a restare fino al 2010 ben lontana dal 2%, ciò che preoccupa Francoforte è il crescente indebitamento pubblico causato dalle misure anti-crisi. «Nel 2009 il rapporto deficit/Pil dovrebbe essere del 5,3% e del 6,5% nel 2010 contro 1,9% nel 2008», ha ricordato Trichet, che ha invitato i governi «a un credibile sforzo di aggiustamento» dei conti. Tra le misure di contrasto alla recessione, la Bce ha predisposto un piano di acquisto di covered bond per 60 miliardi di euro che partirà il prossimo luglio e verrà completato entro un anno.

Quanto alle critiche espresse l’altroieri da Angela Merkel all’acquisto di titoli di Stato da parte di Bce e Fed, Trichet ha detto: «Posso dirvi che la Merkel mi ha confermato che lei rispetta pienamente l’indipendenza della Bce e appoggia pienamente quello che facciamo in piena indipendenza».

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