Il tridente paralizza il Chelsea Eto’o trascina l’Inter nei quarti

Sì, è stato un affare. Samuel Eto’o lo ha dimostrato con la specialità sua, che poi sono i gol da Champions, che poi diventano i gol da campione. Ditelo anche a Zlatan Ibrahimovic. Grande Inter e piccolo Chelsea, tutta qui la morale della favola. Mourinho si è giocato un poker di successo e Ancelotti si è perso i suoi assi. Il Chelsea non perdeva in Champions dal 2006, quando dall’altra parte(leggi Barcellona) giocavano Eto’o e Thiago Motta, sembra una maledizione. O forse era un segnale delle stelle.
L’Inter ha paralizzato gli inglesi con il suo tridente, e il quarto incomodo(Sneijder) eppoi ha completato l’opera con un grandissimo, spettacolare, pressing del centrocampo. Quella è stata la chiave della partita, della mossa di Mourinho che ha ritrovato forza fisica e concentrazione della sua squadra.
Stamford Bridge è davvero la casa di Mourinho che, guarda caso, ieri sera aveva la faccia più distesa del solito e si è concesso l’unico atto da primadonna, andandosene subito negli spogliatoi, al fischio dell’arbitro. L’Inter non ha giocato bene, ma il suo giocare e, of course, un gran contropiede hanno costretto il Chelsea ad adeguarsi. E nel loro giocare «male» i nerazzurri potevano essere certi di saperci fare meglio degli altri.
Il Chelsea rimarrà con il dubbio di aver avuto un arbitraggio mai amico: due rigori negati a San Siro, uno (Ivanovic trattenuto da Thiago Motta) e mezzo (Samuel idem su Drogba) a Londra. Ma ha avuto il tempo per rifarsi. Ha giocato meglio a San Siro, ha lasciato il palcoscenico all’Inter nel ritorno. L’Inter è stata squadra in tutti i sensi, il Chelsea un gruppo di giocatori.

Mourinho si prende tutte le sue rivincite, ora non avrà più rogne da Balotelli, l’Inter finalmente si stacca dalla palla al piede degli ottavi di finale che, negli ultimi anni, sono stati patimento e dannazione. Certo, ci voleva Eto’o, e magari Sneijder, per infilarsi là dove volano i sogni degli interisti. La strada è lunga, ma il cuore sarà leggero.

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