Trieste, un sub morto, un altro in rianimazione Tragedia di Portofino: istruttore sentito dal Pm

Incidente nello spazio d'acqua antistante la Riserva marina di Miramare, a Trieste dove i due subacquei si erano immersi. A Portofino recuperato il corpo del 17enne di Piacenza morto ieri assieme al padre dopo essere rimasti bloccati in una grotta sottomarina 

Trieste, un sub morto, un altro in rianimazione 
Tragedia di Portofino: istruttore sentito dal Pm
Ancora un tragedia del mare, ancora un sub morto e un altro in rianimazione. E' accaduto sulla costiera triestina. Sono durate quattro ore le ricerche di sub nello spazio d'acqua antistante la Riserva marina di Miramare, a Trieste, dopo che in tarda mattinata era stato recuperato, in arresto cardiaco, un suo compagno d'immersione, un croato di 35 anni. A trovare il corpo senza vita, intorno alle 14.30, sono stati i sommozzatori dei Vigili del fuoco, intervenuti assieme ai Carabinieri subacquei, alla Squadra nautica della Questura e alla Capitaneria di Porto, oltre al 118.

L'allarme era scattato intorno alle 11.15 con una chiamata di un carabiniere sommozzatore, che stava immergendosi fuori servizio nella zona e ha notato il primo sub, a circa quattro metri di profondità. Dopo averlo tirato a riva ha dato l'allarme. I medici hanno sottoposto il sub - in arresto cardiaco - alle terapie di rianimazione, durante circa 40 minuti, e poi lo hanno trasportato d'urgenza alla camera iperbarica nell'Ospedale di Cattinara. Il militare ha segnalato di aver notato in zona un altro sub in difficoltà, facendo scattare le ulteriori ricerche.

I sommozzatori dei Vigili del fuoco hanno rinvenuto il cadavere a sette metri di profondità, a una distanza di circa 40 metri dal molo della baia di Miramare. Indossava tutta l'attrezzatura per l'immersione. Dopo il ritrovamento, il corpo è stato issato a bordo dell'imbarcazione dei Vigili del fuoco e trasportato alla Capitaneria di Porto di Trieste, per un primo esame medico-legale. La magistratura ha disposto il transennamento dell'area e il sequestrato dell'attrezzatura da immersione dei due sub, allo scopo di accertare eventuali malfunzionamenti che abbiano causato l'incidente.

Tragedia di Portofino: recuperata la salma del 17enne E' stato recuperato stamani poco dopo le 7 il corpo di Angelo Ferrari, di 17 anni, il sub morto ieri in una grotta a Portofino insieme al padre Domenico, di 54 anni, durante una immersione in una grotta. Il corpo è stato trovato dai sommozzatori dei vigili del fuoco all'interno dell'anfratto in cui era rimasto imprigionato ieri pomeriggio. Il recupero è stato reso possibile dalle modificate condizioni meteo. Mentre ieri al momento della tragedia una forte risacca impediva ai soccorritori di entrare nella grotta, stamani il mare calmo ha consentito ai sub di avvicinare senza problemi il corpo del sub. Il corpo del padre Domenico, era stato invece recuperato dopo essere riaffiorato in superficie al di fuori dell'anfratto. Angelo Ferrari è stato quindi riportato a terra dove era in attesa in lacrime la mamma, Isabella Castelli, arrivata ieri sera a Portofino da Piacenza. Angelo Ferrari, nel ricordo degli amici di Agazzano - il paese del piacentino di cui era sindaco il padre Domenico, morto ieri con il figlio nell' immersione - era un giovane molto attivo nelle attività del paese, era scout e fino a venerdì aveva partecipato all'organizzazione della festa del 'Grest' in parrocchia. Era un ragazzo pieno di iniziativa, grande tifoso interista e appassionato da diverso tempo di immersioni subacquee. La madre Isabella si è recata a Portofino per il triste rito del riconoscimento dei corpi: una volta concluse le formalità dovrebbero fare rientro ad Agazzano, dove verrà allestita la camera ardente, con ogni probabilità nell'abitazione di famiglia.

Istruttore ascoltato dal Pm Alessandro P., l'istruttore subacqueo che ieri si è immerso in mare a Portofino con i due sub di Piacenza, padre e figlio, è stato ascoltato stamani dal pm della Procura di Chiavari Francesco Brancaccio che indaga sulla tragedia. Il sommozzatore, che di professione fa il poliziotto a Milano, ha incontrato il pm presso la sede della capitaneria di porto di Santa Margherita Ligure e ha reso dichiarazioni spontanee agli investigatori per ricostruire quanto accaduto nella grotta. Dopo di lui è stata ascoltata in capitaneria anche la moglie e madre dei due sub morti, Isabella Castelli. Il pm è rimasto quindi nella sede della capitaneria  insieme al comandante, Paolo Maioli, per ascoltare anche gli altri sub che hanno partecipato alla immersione.
Intanto, uno dei due titolari del diving center a cui si erano rivolti i due sub per partecipare all'immersione guidata, Antonio Pizzo, ha spiegato che il suo istruttore "ha cercato in tutti i modi di aiutare i due sommozzatori ad uscire dalla grotta senza esito. Il passaggio di uscita ha due metri d'acqua - ha spiegato Pizzo - mentre nel sifone in cui si trovavano ci sono 5 metri d'acqua. Alessandro è riuscito a percorrerlo avanti e indietro diverse volte ma loro non ci riuscivano. A un certo punto, per non lasciarli più soli ha scelto di uscire direttamente dal sifone invece di immergersi di nuovo. Così li poteva tenere sotto controllo. Li aveva messi in assetto positivo - ha aggiunto Pizzo -, erano tutti e due coscienti. Poi, per qualche motivo, si sono spaventati e non sono stati più in grado di svuotare il tubetto equilibratore e scendere nel passaggio per prendere il passaggio di uscita". Pizzo ha ribadito che Domenico e Angelo Ferrari, suoi clienti dal 2006, avevano molte immersioni alle spalle e avevano acquisito il brevetto "avanzato". "Ieri - ha detto Pizzo - non era in atto una lezione, ma una immersione guidata.

Un conto sono le responsabilità di chi gestisce una lezione, un conto quelle di chi fa la guida. In mare c'erano più gruppi, quando il mio istruttore ha visto che loro due erano in difficoltà li ha subito raggiunti per aiutarli".

 

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