Ma come vivono, di che si nutrono, come si accoppiano ora Bruno Vespa, Michele Santoro e Giovanni Floris? La scellerata idea di mandarli a casa proprio quando è di scena la politica, genera spaventosi interrogativi sulla loro clandestinità e le loro condizioni di salute. Punirli sul più bello, privarli del giocattolo proprio mentre comincia il gioco, è stato di un sadismo efferato; la crudeltà mentale nei loro confronti è stata più grave della censura politica e della cesura informativa nel servizio pubblico (e solo in quello, poi...).
Difficile immaginarli dal vivo i tre arcivescovi di Raiuno, Raidue e Raitre, privati delle loro arcidiocesi. Strano, troppo strano vederli camminare nudi di telecamera, evirati del microfono; vederli apparire senza la sigla dei loro programmi, senza uno straccio di Travaglio o di Mannheimer di scorta, impotenti a dare o togliere la parola al prossimo... Non posso pensarli in che stato si trovano, ridotti all’impotentia loquendi, più terribile dell’impotentia coeundi e dell’impotentia generandi. Pensarli inoffensivi, come gatti castrati dal padrone per evitare pasticci, e dunque ingrassati oltremisura, come accade agli animali evirati; magari con voci flebili, quasi bianche. Non si può immaginare la loro sofferenza perché non possono lanciare servizi né collegamenti ma solo implorare umanissimi caffè al bancone e modestissime pizze margherita a tavola. È come se a un politico gli togli di colpo la carica, l’auto blu, la scorta e il collegio; ovvero lo riduci a povero mortale, cioè a comune cittadino. Gli togli lo scettro del comando, lo riduci a elettore passivo, come noi con le urne, anzi peggio, come Balducci con i nigeriani. Dev’essere terribile, non lo auguro nemmeno al peggior nemico.
Come reagiranno i tre arcivescovi della Rai al confino dal video? Santoro in fondo è abituato alle espulsioni. Al liceo fu cacciato perché aveva rigato la macchina a una professoressa; ma lui continua a negare e a fingersi vittima. Poi fu cacciato dalla Rai ai tempi in cui era premier D’Alema e si rifugiò nelle reti berlusconiane. Poi fu cacciato dalla Rai berlusconiana per abuso di tv faziosa. Ora, che è stato semplicemente sospeso a divinis per ragioni di par condicio, il danno gli parrà meno gustoso, perché non può nemmeno atteggiarsi a martire e innalzarsi a vittima, giacché condivide la sospensione col suo concorrente sinistro, Floris di Raitre, con la sua odiata conterronea e compagna, Lucia Annunziata e anche con il suo opposto di Diocesi, Monsignor Bruno Vespa. Anche Floris sì, maledirà la sospensione, ma trattandosi di un disarmo generale, mal comune non sarà mezzo gaudio, però almeno è mezza pena. Il più sofferente sarà invece proprio Bruno Vespa che va in video come si va in dialisi, e lontano così tanti giorni dalla Macchina non può stare, mi muore per strada. È come se gli avessero strappato in diretta il catetere e la flebo, in una botta sola. Proprio ora che aveva esteso i suoi domini dalla politica all’eros, dal Parlamento a Sanremo, più disgrazie varie e cronaca nerissima.
C’è chi li ha avvistati in situazioni disagiate. Vespa fu visto l’ultima volta ad un raduno di girotondini della Rai e quando capì la mala parata, si ricordò che doveva preparare una cena, rivelando così che era stato assunto a cottimo come neo-maggiordomo (e sottolineo il neo). Santoro è stato sorpreso a fare stalking a Travaglio, gli telefona in continuazione, gli manda sms, mail e perfino teste di capre sanguinanti; si apposta per ore, lo aspetta sotto casa e sotto il Fatto.
Floris versa in condizioni disperate e sta tutto il giorno in casa a vedere e sentire all’infinito la sigla di Ballarò, mimando il pupazzo del cartoon: ha proposto infatti di fare un Ballarò da cortile. Ma queste sono solo voci perfide messe in giro da quelli della concorrenza, Vinci, Ricci e altri mediasettari.
Allora, che stanno facendo veramente Vespa, Santoro e Floris, in questo periodo sabbatico? Azzardo alcune ipotesi. La prima è che Vespa si sia ritirato in Abruzzo, a Campo Imperatore, nel rifugio dove era detenuto il duce, suo presunto padre, e là stia scrivendo in questo mese una dozzina di libri, questa volta frondisti e maliziosi verso Berlusconi. Santoro starebbe ricostituendo a Salerno la cellula di Servire il popolo, per darsi poi alla lotta partigiana vestito da Conan il barbaro, cantando Bella ciao all’Annunziata e rigando le auto di Mauro Masi, il direttore generale della Rai. Floris invece starebbe frequentando la palestra per farsi crescere i bicipiti, la voce e la statura e prepararsi così a un ritorno muscolare in video per la Pasqua di resurrezione.
Intanto c’è chi suggerisce di utilizzarli in video ma con ruoli diversi e non politici. Ad esempio potrebbero fare sceneggiati tipo i Tre Moschettieri o concerti come i Tre Tenori, ma non garantiamo che siano in grado di catturare l’audience, se non alla pagina 777 per i non udenti. Considerando che tra gli epurati c’è pure l’Annunziata, potrebbero reinventarsi come Quartetto Cetra, dandosi ad un repertorio più leggero, ironico e parodistico. Un’altra ipotesi è che la Rai li deporti all’Isola dei famosi o li inserisca in una soap, tipo Capri o Un posto al sole. È improbabile che la Rai li mandi in colonia, come s’usava per i dipendenti di una volta, organizzando con il dopolavoro della Rai, l’Arcal, un viaggio di evasione, magari ad Haiti o in Cile.
Che i loro programmi siano stati cassati dal video per quella demenziale par condicio, lo trovo uno sfregio idiota.
La tristezza dei tribuni rimasti senza la tv
Ma come vivono, di che si nutrono, come si accoppiano ora Bruno Vespa, Michele Santoro e Giovanni Floris? La scellerata idea di mandarli a casa proprio quando è di scena la politica, genera spaventosi interrogativi sulla loro clandestinità e le loro condizioni di salute
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