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Tronchetti Provera: "Pirelli venderà ma soltanto a un prezzo giusto"

Dopo lo stop delle trattative con At&t: "Nessuna fretta di cedere la quota Telecom. Alla politica chiedo rispetto". In Borsa i titoli del gruppo perdono poco più dell'1%

Tronchetti Provera: "Pirelli venderà ma soltanto  a un prezzo giusto"

Milano - L’uscita di scena di At&t si è rivelata meno pesante del previsto per la galassia dei titoli che fanno capo a Marco Tronchetti Provera. Ieri le azioni di Pirelli e Telecom, dopo un’apertura difficile, con perdite superiori al 3%, hanno chiuso la giornata lasciando sul terreno rispettivamente 1,34% e l’1,35%. Ma ieri, il giorno dopo l’addio degli americani e il giorno dopo l’assemblea della società telefonica, Tronchetti Provera è soprattutto tornato a commentare pubblicamente le vicende che riguardano il suo gruppo. Lo ha fatto alla presentazione del calendario delle regate dello Yacht Club Italiano che si svolgono tra Santa Margherita e Portofino e che ogni anno lo vedono protagonista con il suo Wally, Kauris. «Pirelli non ha fretta di cedere la sua partecipazione in Olimpia (la holding che detiene il 18% di Telecom Italia) e lo farà al giusto prezzo, considerando come punto di riferimento i 2,82 euro dell’operazione naufragata con At&t», ha detto, facendo riferimento alla trattativa con gli statunitensi che hanno ritirato l’offerta a causa, hanno spiegato, «delle troppe incertezze regolamentari esistenti in Italia».
Un avvertimento all’apparenza non casuale, e con tutta evidenza lanciato agli altri pretendenti, la cordata di banche e imprenditori che sembrano interessati a rilevare Telecom. La gara al rialzo in cui poteva sperare per la sua quota di Olimpia sembra davvero difficile. Ma Tronchetti spiega di non avere necessità di mollare sui soldi. E poi in pista restano i messicani. «Ora le trattative - ha spiegato - continuano con l’altro soggetto estero interessato, América Móvil. Pirelli è solida e ha tutto il tempo di aspettare e valutare le offerte che eventualmente arriveranno. Se qualcuno vuole la quota che abbiamo legittimamente acquisito dovrà pagarla il giusto prezzo. Avremo la pazienza di attendere e nel frattempo eserciteremo i nostri diritti di azionisti».
Quanto agli azionisti ieri pomeriggio Tronchetti si è trattenuto un’ora nella sede di Mediobanca accompagnato dal presidente del patto di sindacato della banca d’affari milanese Piergaetano Marchetti per fare il punto della situazione con il presidente Galateri di Genola e i direttori generali Alberto Nagel e Renato Pagliaro. Anche questo sembra un segnale: nel senso di quella collegialità chiesta dai suoi partner Piazzetta Cuccia e dalle Generali, dopo la querelle legata all’apertura delle trattative con At&t.
«Ho quasi l’impressione che vogliano cercare un imprenditore italiano disposto a investire - aveva spiegato ieri mattina -, forse vogliono che rimanga ma ho deciso di andarmene». Non però a qualunque prezzo. Il valore della quota Olimpia va preservato. «C’è un valore, devo tutelare l’interesse degli azionisti Pirelli - ha detto Tronchetti -. E non è certo spaventando gli investitori esteri che si raggiunge l’obiettivo. Dobbiamo uscire dal cortile, bisogna guardare ciò che abbiamo intorno a noi. Bisogna cercare alleanze cui possano partecipare anche soggetti italiani».
Tronchetti non ha voluto fare commenti sulle ipotesi di un’alleanza con France Télécom o con Telefonica dicendo che verrà mantenuto riserbo su eventuali colloqui o trattative. Ha poi ricordato i tentativi con Rupert Murdoch e Telefonica, «con la quale c’erano anche grandi sinergie. Purtroppo sono sorti degli ostacoli che in un Paese a economia avanzata non dovrebbero verificarsi». Tronchetti ha detto la sua anche per quanto riguarda il ruolo che la politica ha giocato e sta giocando nella partita Telecom. «Ho molto rispetto per la politica, per il ruolo e la responsabilità delle istituzioni - ha spiegato -. Credo che il rispetto vada garantito anche agli imprenditori, alla loro libertà di fare scelte secondo legittimi interessi e criteri di un mercato aperto, libero e regolato con chiarezza e certezza. Telecom Italia, come dicono in molti, è sana e ha grandi potenzialità, quindi qualche merito credo di averlo. Purtroppo siamo in un clima da stadio dove sempre più spesso si ragiona per slogan e luoghi comuni. Fare il tifo non aiuta Telecom Italia, la danneggia.

E danneggia tutti gli azionisti piccoli o grandi che siano».

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