Troppa Bélen, poco coraggio E la tv è sempre più "social"

Piccolo schermo, grandi mutamenti. La parola chiave è stata "tecnologia". Tra nuove forme di informazione e il "vecchio" Fiorello, è stato l’anno che ha sconvolto il video

Troppa Bélen, poco coraggio  E la tv è sempre più "social"

Il 2011, l’anno che sconvolse la tv. Da tempo non si registravano tanti mutamenti: di linguaggio, di star del video, nel gradimento dei conduttori. Per dire: Michele Santoro se n’è andato dalla Rai, come pure Simona Ventura e Serena Dandini. L’Auditel è finito sotto osservazione dell’Authority per le comunicazioni. È esploso il Tg di La7 diretto da Enrico Mentana. Così, tanto per citare alla rinfusa alcuni di questi cambiamenti. Altri ce ne sono stati, sia in meglio sia in peggio, accelerati pure dalla caduta del muro di Berlusconi.
SOCIAL TV Sembra la formula del futuro. Le potenzialità delle sinergie tra social network e programmi tv sono tutte da esplorare. Modello Fiorello: la community di Twitter fornisce spunti, idee e personaggi per lo show. Modello Santoro: Facebook diventa un sondaggio in tempo reale sul gradimento dei contenuti in grado di orientare la discussione. Più classica la formula di Gad Lerner, che rimanda al blog del programma per fidelizzare il pubblico. Parola chiave: convergenza.
BELÉN RODRIGUEZ Esemplare di showgirl moderna. Baciata dalla natura, dotata di eclettismo espressivo e sufficiente arguzia, ha avuto nel Festival di Sanremo la grande occasione: ben sfruttata. Ma i «però» resistono. Piace a tutti, ma non si è ancora consacrata. Ha talento, ma non si afferma definitivamente. Sovraesposta - troppi video, troppe paparazzate - c’è qualcosa nella sua stessa gestione che le nuoce. Il suo percorso ricorda quello di Pato, talento incompiuto del Milan. Vedi alla voce: eterna promessa.
ONE MAN TG È quello di Enrico Mentana, che ha illuminato tutta La7. Il direttore-conduttore dà le notizie, ma dà anche il senso della giornata «sotto il cielo della politica». Titoli chilometrici, servizi lunghi, introduzioni didascaliche, niente cronaca nera. Perfetto durante la fine del governo Berlusconi, meno incisivo nell’èra dei tecnici. Modello di riferimento: Cicerone.
PIERSILVIO BERLUSCONI Ha vinto la scommessa del digitale terrestre e Mediaset Premium si è affermata pur partendo in ritardo rispetto a Sky. In una recente intervista al Corriere della Sera ha rivendicato autonomia editoriale dal padre («Silvio Berlusconi è mio padre, io sono io e Mediaset è Mediaset»). Ma la sensazione è che, salvo qualche novità, le reti generaliste vadano un tantino rinfrescate. Non guasterebbe la vicinanza di qualche testa d’uovo. Parola chiave: coraggio.
QUARANTENNI Abitano quasi tutti a La7. Corrado Formigli, Gianluigi Nuzzi, Nicola Porro e Luca Telese: più concreti e asciutti ma meno carismatici dei padri, Santoro, Vespa e Lerner, di cui sono stati collaboratori o ospiti. In attesa di consacrazione. Nell’interregno tra fondatori ed emergenti fa fortuna Giovanni Floris, quarantenne ma veterano. Parola chiave: parricidio.
CASTING E RI-CASTING Rito trito e ritrito. Aggravato dal ricorso ai «ri-famosi» dell’Isola: Valeriona Marini, Flavia Vento, Aida Yespica, Rossano Rubicondi - ancora loro - e giù giù nel sottoscala del trash. Appena insediata in cima alla Rai, Lorenza Lei aveva dichiarato guerra ai reality e la stagione mediocre del Gieffe dovrebbe insegnare. Ma tra il dire e il rinnovarsi ci vogliono le idee. Chi buca la bolla televisiva?
FIORELLO Salvatore della patria. Ovvero del varietà, della comicità senza casacche, dello spettacolo tout court. Toccato dalla grazia, va in onda il giorno dopo le dimissioni di Berlusconi e ha la prontezza di guardare avanti, buttando nello show tutto se stesso, famiglia compresa. Walter Chiari del Terzo millennio. Il più grande intrattenitore dopo il big bang. Meteora di Raiuno.
MULTIPIATTAFORMA È il nuovo ircocervo mediatico. Metà tv e metà web, metà satellitare e metà digitale, metà nazionale e metà locale. La scommessa di Michele Santoro, già durissima in partenza, lo è diventata ancor più ora che l’antiberlusconismo si sfarina e i suoi big si muovono in ordine sparso. Ce la farà Servizio pubblico a diventare una rete, un palinsesto? L’isola di Utopia.
ENRICO LUCCI «Siamo solo dei cialtroni che fanno il varietà». Eppure quasi ogni servizio della Iena numero uno è un piccolo saggio, uno spaccato di costume. Rivedere quello intitolato Viale del tramonto, con Alba Parietti che confida il suo pentimento per il ricorso al botulino o quello su Mal dei Primitives che spiega perché a 67 anni canta ancora nelle sagre di paese. Modelli di riferimento: Flaiano, il tenente Colombo, Nanny Loi.
SKY Produce cinema e serie di successo, si prende i talent show di tendenza, impone lo spezzatino della Serie A. Cento canali tematici sommati fanno una tv generalista. La marcia è lenta, l’infiltrazione nella quotidianità del telespettatore progressiva. Furbissima la campagna intitolata «La tua vita viene prima della tv». Tanto c’è quel portento di MySky. Parola chiave: Tv di Machiavelli.
DONNE SULL’ORLO In continuo movimento, irrequiete, insoddisfatte. Cambiano progetti, programmi e reti come fossero abiti da sera. Simona Ventura, Serena Dandini, Luisella Costamagna, Sabina Guzzanti, Milena Gabanelli, Lucia Annunziata: la mettono giù dura e quasi sempre la spuntano. Carrieriste disperate.
CARLO FRECCERO Genio fuori gioco. La sua Rai4 è la più definita e la più redditizia delle reti digitali. Niente inseguimenti dei canali generalisti: con la fantascienza, gli action movie, l’animazione giapponese, le vecchie serie americane e quelle nuove europee Freccero coltiva le nicchie di qualità. Parola chiave: autolesionismo di Mamma Rai.
INFOTAINMENT Vite in diretta, pomeriggi sul cinque, Italie sul due, verissimi e kalispère, Malgioglio e Solange, Corona e Garko, glamour e gossip, flirt e flash, paparazzi e papponi, agenti potenti, finti portenti, tronisti e buchi della serratura. Tutto da rivedere. Parola chiave: vekkio konio.
GURU CADENTI Beppe Grillo, Daniele Luttazzi, Sabina Guzzanti: molto attivi nei primi sei mesi dell’anno, si sono inabissati dopo le dimissioni di Berlusconi. In fredda anche con Santoro che li aspettava al varco. Nel 2012 riappariranno Celentano e Saviano. Ancora telepredicatori?
MONTALBANO L’unico che manca davvero. L’unico che riconcilia con una normalità solida e affidabile.

Un uomo sensato, che ama le donne e la buona cucina, il mare e gli amici giusti. Un leader della quotidianità: quello che tutti vorremmo essere. Una serie italiana ben fatta, con tutto il suo sapore artigianale. Vedi alla voce: quando torna?

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