«Troppe intercettazioni Gli agenti del Sismi così rischiano la vita»

Pollari: «I giornali svelano nomi e attività che devono restare segreti»

Enrico Lagattolla

L’allarme sulle fughe di notizie arriva nella serata di ieri. A lanciarlo è Nicolò Pollari, direttore del Sismi. Attraverso i suoi legali, gli avvocati Franco Coppi e Titta Madia, il generale interviene in difesa dei servizi. Esprime «forte preoccupazione per la pubblicazione di frammenti di conversazioni telefoniche palesemente non rilevanti per l’indagine penale». In particolare, ad allarmare il numero uno del Sismi è il fatto che i media stiano dando ampio risalto a intercettazioni «con nomi e riferimenti a persone che, per la loro attività, sono coperti da segretezza e fortemente esposte a pericolo di pregiudizi e forte rischio di vita».
Ancora, Pollari spiega che intende «rispettare il dovere di riservatezza proprio del suo ufficio», e mantenere «ferma la sua decisione di non rilasciare dichiarazioni, se non preventivamente autorizzate dal governo e nelle sedi istituzionali, in merito alla vicenda oggetto di inchiesta dinanzi all’Autorità giudiziaria di Milano». La volontà del generale è chiara. Nessuna interferenza con le indagini in corso, nessuno intervento in prima persona. Eppure, Pollari si fa sentire. Perché è «forte» la «preoccupazione, pur nel più assoluto rispetto del diritto-dovere di informazione, per una campagna di stampa che non esita a pubblicare frammenti di atti gravemente diffamatori per il servizio» da lui diretto, «e che comunque sono coperti da segreto di indagine».
Ma non ci sono solo le inchieste ad agitare il capo dei servizi segreti. Anche l’audizione di Pollari in commissione Difesa, infatti, è stata oggetto di alcune polemiche. Sia prima, che dopo il suo svolgimento.
Quando il presidente della commissione Sergio De Gregorio ha annunciato l’intenzione di ascoltare il direttore del Sismi, da più parti è stato infatti obiettato che è il Copaco (il comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza e sul segreto di Stato) la sede istituzionalmente idonea all’audizione. Ma De Gregorio ha assicurato che con il generale si sarebbe affrontato soltanto il tema dell’indagine conoscitiva decisa dalla commissione sul ruolo delle forze armate e sul sistema di contrasto al terrorismo internazionale.
Ma così, pare, non è avvenuto. Ed è stato lo stesso De Gregorio a riferirlo ai cronisti. Nell’audizione (i cui contenuti sono stati secretati) sarebbe stata toccata anche la vicenda Abu Omar, per la quale Pollari è indagato dalla procura di Milano. Il direttore del Sismi avrebbe in proposito assicurato - come dichiarato in altre circostanze - che il servizio è «estraneo ad atti contro la legge».
Il presidente del Copaco, Claudio Scajola, ha invece chiesto al presidente del Senato, Franco Marini, i verbali dell’audizione del direttore del Sismi che si è svolta il 19 luglio scorso alla commissione Difesa del Senato. Questo, in vista dell’audizione generale, prevista per martedì scorso, e all’ultimo momento rimandata al 6 agosto prossimo per «sopraggiunti motivi operativi» che impegnano Pollari in questi giorni. Dunque, Scajola e i membri del Comitato, in attesa di ascoltarlo direttamente, vogliono conoscere esattamente quanto il generale ha già riferito davanti a Palazzo Madama.
Nei giorni scorsi, invece, il presidente del Copaco ha chiesto ed ottenuto dalla procura di Milano la trasmissione dell’ordinanza di custodia cautelare per gli agenti del Sismi Marco Mancini e Gustavo Pignero e di tutti gli atti che ricadono nelle competenze del comitato. In sostanza, tutto ciò che riguarda agenti dell’intelligence coinvolti nel rapimento di Abu Omar. Sul tema il Copaco ha già sentito il segretario generale del Cesis, Emilio Del Mese, il direttore del Sisde, Mario Mori ed il capo della polizia, Gianni De Gennaro.

Dopo quella di Pollari, per il 20 settembre è prevista infine l’audizione del sottosegretario con delega ai servizi, Enrico Micheli. Inoltre, si sta valutando l’ipotesi di ascoltare il titolare dell’inchiesta, Armando Spataro. Al termine il Comitato riferirà in Parlamento.

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