Mestiere difficile, quello del presidente del Tribunale. Costretta tra i tagli di bilancio e l’esigenza di non ridurre il livello di efficienza dei suoi uffici, Livia Pomodoro scopre che nemmeno in vacanza si può stare tranquilli. Soprattutto, se sono le vacanze a essere il problema.
«I livelli di ferie arretrati maturati nel tempo da un cospicuo numero di giudici - scrive la Pomodoro in una circolare del 22 febbraio - comprovano che non è stato in alcun modo rispettato il criterio secondo cui il congedo ordinario deve essere goduto dal magistrato in coincidenza con il periodo feriale ordinario».
«Al contrario - prosegue - molti colleghi trascinano da anni periodi di ferie arretrati, ulteriormente incrementati nel tempo attraverso la periodica partecipazione alla sezione feriale». Nell’elenco del presidente, 211 magistrati che hanno beneficiato di una «indiscriminata autorizzazione del trascinamento nel tempo delle ferie». Questi, «non saranno autorizzati a partecipare alla sezione feriale estiva», durante la quale accumulano giorni di vacanza.Al loro posto, quanti alla sezione feriale «non partecipano da alcuni anni».
E se l’invito a «concertare un piano di rientro dalle ferie arretrate» può sembrare un controsenso, considerando le lungaggini della giustizia, in realtà una logica esiste eccome: «evitare anche solo il pericolo di una possibile paralisi degli uffici», e «scongiurare
il pericolo, questo concreto, della richiesta di danno erariale a questa Presidenza». Perché le ferie non godute vanno pagate, e a pagare è lo Stato. Lo stesso che, per mancanza di risorse, taglia i fondi del tribunale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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