Troppi insulti sulla rete E Cazzola spegne Twitter

Con un «clic», sofferto, il parlamentare Pdl Giuliano Cazzola (nella foto) ha detto basta a Twitter. «Ho smesso, ci perdevo troppo tempo» ammette in prima battuta; ma poi aggiunge: «C’erano troppi trucidi». La dipendenza dal social network, molto in voga tra i politici italiani dopo aver spopolato inizialmente fra i colleghi di Oltreoceano, era diventata forte per il deputato bolognese di centrodestra. Con il suo Ipad era sempre connesso, approfittava di ogni momento libero per scorrere i cinguettii della rete. Durante i viaggi in treno, nei lunghi tempi morti delle votazioni alla Camera, il deputato Cazzola consultava le notizie da quotidiani e agenzie e twittava pensieri e articoli. Ma di fronte agli insulti ricevuti ha prevalso la voglia di dire basta.

Qualche rammarico però è rimasto. «Per la mia gattina che, ritratta nella foto in home era diventata molto popolare» ride Cazzola che si definisce «uomo di principi» e non ha la minima intenzione di tornare indietro e promette: «Terrò botta».

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