«Troppi rigori al Milan? È Mou che difende tanto e non ne prende mai...»

nostro inviato a Milanello

Ancelotti e gli allenatori. A cominciare dal ct della Francia, Raymond Domenech, intervenuto con un apprezzamento “pesante” sulla vicenda Gourcuff, «rovinato da Ancelotti» la frase attribuita al ct francese. «A lui non rispondo, non ho molta considerazione della persona, non mi interessano i suoi interventi», la replica a muso duro, la prima e unica del genere.
Bravo Zenga. Walter lo considera un amico, anzi «gli brucia star fuori per squalifica, come se mi avesse fatto la multa un ausiliare» il paragone. In risposta arrivano, da Milanello, complimenti e lodi riservati all’allenatore del Catania. «Uno che la serie A se l’è guadagnata sul campo, facendo tanti chilometri. Ha dimostrato di essere capace e preparato» il giudizio riservato al suo ex rivale dei bei tempi andati del Trap nerazzurro. Con coda polemica riservata ad altri colleghi arrivati senza la necessaria gavetta. «Non credo che tanti possano esibire lo stesso curriculum» è la stoccata di Ancelotti, ma guai a segnalargli che sembra riservata a Mancini, accusato di essere un raccomandato. «Dissero la stessa cosa anche di me, nel giro di un anno arrivai alla panchina del Parma» il passaggio auto-critico.
Niente rigori da 45 sfide. Sui rigori l’altro affondo nei confronti di Mourinho e dell’Inter. «I nostri 12 rigori a favore sono un risultato logico: siamo una squadra votata al gioco d’attacco. La stessa cosa vale per chi, dotata di una buona difesa, non subisce rigori contro da 45 turni». Tiè, incarta e porta a casa. Senza nominare il portoghese né la prima della classe cui è riservata la statistica. Per il resto riserbo assoluto. «Non m’interessano il suo risultato con la Lazio né quello della Juve, io mi informo di Genoa e Fiorentina, sono interessato a raggiungere in fretta la garanzia del posto in Champions» il chiodo fisso. E pazienza se in tribuna si presenta il ministro La Russa con la promessa di non gufare. «Tiferò Catania» sostiene.
Futuro tecnico Milan. «La cena in Brianza non ha cambiato niente, ne seguiranno molte altre ancora. Io ripeto l’identikit: il prossimo allenatore del Milan sarà aziendalista, conosce bene il pianeta Milan, non tanto magro e un bel ragazzo, oltre che italiano. Perché Berlusconi parla di riunione a fine torneo? Chiedetelo a lui. Il Milan mi ha sempre ripetuto di non aver mai cercato, seriamente, un altro allenatore. La data del ritiro del Milan è prevista tra il 6 e il 7 luglio e di sicuro io sarò negli Usa il 25 luglio (che è la data dell’amichevole col Chelsea, ndr). La scelta del mio erede non sarà un problema visto che la società ha dimostrato di aver fatto sempre bene ma c’è tempo».
I piani di calcio-mercato. Adebayor? «Parla spesso con Galliani, è suo amico». Ronaldinho? «È in buone condizioni, lo penalizza il fatto che la squadra, ora, stia in un bel momento di forma».

Sheva? «Non ha giocato molto ma ha mostrato più disponibilità rispetto a quando è partito due anni fa». Borriello al Napoli? «È incedibile». Kakà seconda punta? «Predilige questo nuovo ruolo». Perciò a Catania ballano Pato e Seedorf, preferenza all’olandese.

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