Cronaca locale

«Troppi Rom, prepariamo le ronde»

Salvini, capogruppo del Carroccio: «Ormai a Milano si sta vivendo una vera emergenza nomadi»

«Milanesi, tranquilli, nelle zone “calde” arrivano le ronde». Matteo Salvini preannuncia un servizio notturno «ma pure diurno» di controllo nelle strade e nelle piazze a rischio della città.
«Ronde volontarie attrezzate con telefonini e videocamere, come reclamano i cittadini che non ne possono più della microcriminalità sotto casa». Virgolettato che il capogruppo consiliare della Lega fa seguire da un elenchino di «aree del degrado sociale»: via Ripamonti, viale Abruzzi, via Triboniano, via Lopez, viale Monza, via Padova e via Forze Armate. Sette strade perennemente in emergenza, come i quartieri di Figino, Quarto Oggiaro, Stadera, Corvetto, Gratosoglio e Baggio. «Ecco, le ronde volontarie opereranno lì, dove non ci chiedono solo presidi e manifestazioni ma anche un aiuto concreto perché convivere con la paura e l’immigrazione egemonica è davvero troppo pesante».
Ma, avverte Salvini, «l’amministrazione comunale deve darsi da fare: ci sono almeno trentacinque favelas, aree dell’illegalità in mano ai nomadi, che vanno sgomberate». Come dire: «Il sindaco Letizia Moratti si dia una mossa, alzi il telefono e intimi alla Questura di procedere allo sfratto». Procedura «obbligatoria», annota l’ex europarlamentare del Carroccio, «perché è richiesta da una intera città, che non intende sopportare oltre quell’esercito di nomadi - cinque, seimila persone - che trovano disponibili supporter nella casa della carità di don Colmegna, nell’assessorato ai Servizi sociali di Mariolina Moioli e, naturalmente, nella rossa Provincia di Milano».
Messaggio chiaro - «Comune e Questura devono sgomberare, subito» - che non è però un’alternativa alle «ronde volontarie»: «Non siamo né vogliamo essere giustizieri della notte. Noi siamo cittadini che controllano il territorio, che offrono un supporto concreto - con cellulari e videocamere - alle forze dell’ordine operanti in città». Una «pronta» risposta destinata a sollevare polemiche, mentre per Salvini è un «supporto operativo» nell’attesa che da Roma arrivino i cinquecento agenti richiesti dal sindaco e dai milanesi: «Cinquecento agenti che non debbono però finire a presidiare i campi nomadi, come avvenuto in passato».
Ma Salvini non si ferma qui. Anzi, ricorda al sindaco Letizia Moratti che deve esaudire tre richieste della Lega: «Nessuna moschea in città, chiusura dei phone center abusivi e nessun dialogo con il centro sociale Leoncavallo». Tre richieste di chi «dopo le parole, vuole i fatti».

Altrimenti? «Una sorpresina dalla Lega».

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