Case sfitte, occupate, concesse a prezzi irrisori ai soliti raccomandati. Ma anche appartamenti fantasma di cui nessuno sa niente. Un vero e proprio guazzabuglio. Per usare un eufemismo è questa la fotografia scattata dalla commissione voluta dal sindaco Letizia Moratti per fare un po di chiarezza nello sterminato patrimonio immobiliare del Comune. Loggetto delle inchieste di giornali e tivù alle prese con periodiche Affittopoli che, passata la festa e venduta qualche copia di quotidiano in più, si risolvono col santo gabbato. Con gli abusivi sempre dentro e i furbastri a sguazzare nei loro privilegi.
Ora, dopo anni, anzi decenni, cè almeno la prima relazione dellattività di auditing (si dice così) affidata dalla Moratti e dallassessore alla Casa Gianni Verga a una commissione composta da membri interni e consulenti esterni. Il risultato, comera prevedibile, è da mani nei capelli. Il demanio, si evidenzia, «è un settore strategico dove ancora si riscontrano criticità irrisolte da tempo e sedimentate nel corso degli anni». Il che significa che, oltre alle evidenti ingiustizie, si è sprecato un fiume, forse meglio un oceano di denaro pubblico. Cioè di tutti noi. E questo perché «è stata riscontrata lassenza di una conoscenza adeguata delle informazioni a causa di situazioni pregresse come, ad esempio, la disomogeneità degli archivi cartacei, il non accatastamento di parecchie unità immobiliari presso la banca dati gestita dallAgenzia del territorio, un sistema informatico gestito con due software distinti e non dialoganti tra loro per la bollettazione e il patrimonio». Uno sfacelo. Inoltre «il sistema informatico usato non è in grado di integrare informazioni provenienti da altre banche dati (come quelle per la Tarsu), né di dare informazioni certe sullo stato dei contratti e del patrimonio immobiliare». Informazioni basilari come, ad esempio, quelle relative a quanti siano gli immobili in bollettazione, quanti quelli affidati a un gestore esterno, quanti e quali siano occupati senza titolo, «con lattuale sistema informativo di bollettazione risultano difficili da ottenere». Necessaria, quindi, unattività di incrocio dei dati presenti nei due software «che gestiscono linventario e la bollettazione».
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